Questa settimana parliamo di un metodo di terapia integrata molto interessante: il metodo catene GDS. Sarà nostro ospite il Dr. Fabio Colonnello, fisioterapista e osteopata di Siena. Sarà un'intervista piena e corposa e piena di spunti interessanti.
Ricordatevi di venire a Verona il 6 ottobre per la giornata promo sul metodo GDS.
TRASCRIZIONE DELL'INTERVISTA
Le catene muscolari GDS
Intervista al Dr. Fabio Colonnello
Ciao
Fabio e benvenuto a FisioPodcast
Grazie
a voi e a tutti gli ascoltatori.
Io
sono un tuo follower, su YouTube, Facebook. Pubblichi video molto
esplicativi sul tuo metodo di lavoro e ne sono rimasto affascinato.
Credo di non essere il solo, ma comunque vorrei presentarti bene al
pubblico di FisioPodcast. Chi sei e di cosa ti occupi?
Nasco
come fisioterapista, poi divento osteopata e poi mi sono occupato di
catene muscolari GDS, a livello formativo; nel mio studio mischio
molte tecniche diverse e molte terapie diverse. Ho uno studio con 5
fisioterapisti, due segretarie, insomma sono ben installato. Quindi
faccio due lavori: faccio il lavoro sul campo, sul pezzo, tutti i
giorni e poi mi occupo di formazione con questa straordinaria
scoperta che 10 anni fa ho fatto, che si chiama catene muscolari
GDS.
E
infatti l’argomento di oggi è proprio questo: le catene muscolari
GDS, che sarebbero le iniziali dell’ideatrice, la fisioterapista e
osteopata belga Godelieve Denys-Struyf. Cosa sono le catene
muscolari GDS?
Le
catene muscolari GDS sono un metodo terapeutico, un metodo di terapia
integrata, che unisce il funzionamento del corpo e i suoi
collegamenti stretti con la psiche. È un un incrocio tra le migliori
tecniche osteopatiche, la fisioterapia, una parte di medicina cinese,
che ci serve a inquadrare il paziente a livello energetico, e una
parte di psicologia. Tutto questo ci offre la possibilità di
inquadrare meglio la tipologia del paziente per poter erogare una
terapia efficace, veloce e che sia ben gradita al paziente.
Se
penso alle catene muscolari mi vengono in mente altre metodiche come
il Mezieres e l’RPG. In cosa si differenzia il metodo catene GDS?
A
differenza del Mezieres e del RPG, che hanno spopolato in Italia
negli anni 80-90, il metodo GDS ha una parte psico-comportamentale
interna. Mentre il Mezieres e RPG sono solamente delle tecniche di
stiramento meccanico, il GDS unisce anche una parte di approccio
psicologico ed energetico molto efficace. In più, le tecniche non
vengono basate solo sullo stiramento ma ci sono delle tecniche
specifiche, che si chiamano accordage, che si chiamano fusione, e c'è
tutta la parte comportamentale per lavorare sul vissuto
comportamentale dei pazienti, che così possono percorrere la loro
trasformazione verso una tipologia funzionale migliore.
Tutti
i metodi di catena fanno una suddivisione in base alla struttura o
alla funzione. Anche GDS è così?
Ovviamente
anche GDS ha delle catene funzionali, ma non solo. Ripeto: non è
solamente una cosa meccanica ma dietro due semplici lettere (AL, PL,
anterolaterale) si trova una disposizione topografica dei muscoli. Ma
si trova anche un'utilizzazione corporea, si trova anche una
struttura mentale, si trova anche un una tipologia energetica, un
approccio. Quindi sappiamo solo con due lettere chi è questa
persona, come si muove, cosa preferisce ricevere durante la terapia,
quali sono i punti forti, quali sono i punti migliorabili e quindi
veramente è prendersi cura del soggetto a 360°. Io vengo
dall'osteopatia, vengo dal Mezieres, vengo anche dal RPG. Il GDS è
veramente tutta un'altra cosa. È la terapia, la metodica che
veramente ha dato un impulso, un boost mostruoso alla mia carriera
professionale in studio.
Questo
metodo prevede tecniche di massaggio, manipolazione, terapie fisiche
o esercizi a domicilio?
Per
quanto riguarda le tecniche, come ho detto prima ci sono delle ottime
tecniche osteopatiche: non si lavora tanto contro barriera con le
tecniche ad alta velocità ma si lavora più in energia muscolare e
in tecniche funzionali, che vanno NON contro la barriera ma verso la
lesione, quindi le tecniche di Jones di Strain-Counterstrain. Quelle
sono delle tecniche che sono molto valide, molto dolci, che
rispettano anche la tipologia del paziente. A volte, invece, andiamo
contro barriera su pazienti PM, su pazienti PL, che vogliono e
gradiscono delle terapie “strutturali”. Abbiamo anche delle
tecniche strutturali che possono aiutare e che possono essere ben
gradite al paziente. Abbiamo delle tecniche che sono precise per
determinati pazienti, con il 100% di gradimento da parte dei
pazienti.
Quali
sono i pazienti, le patologie o le disfunzioni che possono essere
trattate con questo metodo?
Gli
stessi della fisioterapia classica. Quelli che si sottopongono a
fisioterapia chiaramente possono essere anche sottoposti al metodo
delle catene muscolari GDS, specialmente quando la lesione anatomica
non è proprio conclamata. Lì, allora bisogna operare in modo ancora
diverso: se c'è una lesione muscolare, per esempio, se c'è una
lesione intestinale, chiaramente lì le possibilità di recupero, di
autoguarigione, di miglioramento sono impedite, si è arrivati al
punto di non ritorno e quindi è necessario un supporto farmacologico
o chirurgico, ecco. Un po' come la fisioterapia classica.
Il
fisioterapista lavora, o dovrebbe lavorare, anche nel campo della
prevenzione. Che ruolo potrebbe avere questo metodo in questo senso,
in questo ambito?
Come
ti ho spiegato, le catene muscolari GDS hanno un effetto predittivo
sulle persone. Cioè vanno a inquadrare la tipologia del soggetto, a
capire chi è il paziente che hai davanti e, quando hai capito le sue
caratteristiche, sia meccaniche che psicologiche, comportamentali, e
l'utilizzazione corporea, riesci a intercettare quello che è la
traiettoria nella sua Timeline, nella sua vita. Da un punto di vista
meccanico lo vediamo, per esempio nel ginocchio valgo. Ecco, il
ginocchio valgo ha un terreno favorevole per un allungamento, per una
distorsione, per un infortunio al collaterale interno. Nel AL e AM
c'è questo rischio. Quindi AL e AM hanno una fragilità del
legamento collaterale interno. È un esempio, chiaramente, molto
banale, molto semplice. Le cose sono più complesse: per esempio, in
una PM, dove c'è un comportamento di fare, un bisogno di fare, la
catena postero mediana è animata da un bisogno di essere utile, a
rendersi utile, quindi fare. Allora, per esempio un PM ha un torace
molto gonfio, molto probabilmente con lo sterno, chiamiamolo
orizzontale, con una dinamica di orizzontalità maggiore di quanto
sia in verticalità. Ecco, se il comportamento di un PM è eccessivo
nel fare, allora si ha un attivazione della PM e questa attivazione
tramite dei muscoli particolari (non voglio scendere in
dettagli ma diciamo la catena postero-mediana, quindi i
fasci costo-costali dell'ileo costale, per esempio)
creano una estensione delle coste, quindi una disfunzione in
inspirazione e un aumento della distanza antero-posteriore del
torace. Lì ci sono dei legamenti sterno-pericardici e
vertebro-pericardici che tirano sul cuore, sul sacco pericardico e
predispongono ad accidenti cardiovascolari. Quindi, lavorando sul
comportamento, calmando questa PM anche a livello comportamentale,
non solo a livello meccanico massaggiando ma invitando il paziente a
lavorare meno, a fare meno (chiaramente non si dice così,
banalmente, ma si utilizzano delle parole
precise) e se si riesce a calmare questo bisogno di
fare, chiaramente si riesce a prevenire un accidente cardiovascolare.
È così anche con l'utilizzazione, per esempio, della morfologia
cranica. Ecco, tra l'altro oggi è il 5 agosto. La scorsa settimana
ho pubblicato un articolo proprio sul cranio, che invito a leggere.
Con il cranio, per esempio, con la forma cranica, si riesce a
individuare il Delta, il gap viscoelastico tra la tipologia innata
nel paziente e quello che si riesce a ottenere tramite la terapia
manuale o l'esercizio terapeutico. Quindi, le possibilità predittive
sono enormi e quindi anche preventive. Però, come sai, in Italia la
prevenzione è un po' messa da parte e così ci si interessa molto
della cura e la prevenzione è poca. Il GDS dice veramente tanto
sulla prevenzione, oltre che sulla cura.
Oltre
alla divisione in catene c’è anche una differenziazione in
fenotipi posturali?
Come
si è detto, ogni paziente non è solo un insieme di localizzazioni
topografiche dei muscoli ma è proprio un individuo con un modo di
pensare, un modo di vedere o di sentire, di percepire le cose, a
seconda se sono visivi, auditivi, cinestesici. Quindi ha un bilancio
energetico strutturale, ha una struttura psicologica ed esperienziale
individuale, e quindi ci sono delle delle componenti che sono
facilmente individuabili per operare con successo nel mondo della
medicina e dei fattori bio-psico-sociali. Oggi tutti quanti parlano
di fattori bio-psico-sociali, ce l’hanno molti in bocca ma è un
po' come il sesso con gli adolescenti. Tutti, tra gli adolescenti, ne
parlano ma nessuno sa come si fa. Ecco, le catene muscolari offrono
veramente, per quanto mi concerne, per quanto è di mia esperienza,
l'unica metodica che ha veramente a che fare con i fattori
bio-psico-sociali e offre degli strumenti validi per poterli
affrontare.
E
quindi quali sono le catene GDS? Possiamo descriverle velocemente?
Le
catene GDS sono 5 e sono la AL (che è una catena Antero laterale,
Azzurra), poi abbiamo la sua sorella complementare la PL
(Postero-Laterale, Verde) e poi abbiamo la catena AM (Antero Mediana,
Gialla) la catena Postero Mediana PM, Viola e poi abbiamo una catena
speciale, che è legata alla respirazione, che è la catena PAAP, che
è una catena Rossa, fuoco in medicina tradizionale cinese.
Facci
un esempio per far capire meglio ai nostri ascoltatori. Che cosa
significa, che so... AL?
AL
è una catena di introversione. Jung chiamava questa catena
“tipologia introversa”. Sono persone riservate, che arrivano allo
studio 20 minuti prima dell'appuntamento, hanno tutti gli esami bene
impacchettati, si siedono in un certo modo, con un’utilizzazione
corporea molto legata all’adduzione e alla rotazione interna.
Quindi sono molto compìti, hanno un tono di voce molto particolare.
Sono educati, precisi, puntuali, metodici, affidabili, costanti, sono
molto portati all’endurance, gli sforzi prolungati. Sono persone
sempre in costante atteggiamento di difesa. Qualche marito conoscerà
la storia di quando dice alla moglie “cara, come sei bella
oggi”. Un AL risponderebbe “perché solo oggi?”,
Ecco questo è un po' l’AL, una tipologia introversa che è sempre
sul carattere difensivo. Ma questo è il frutto della sua storia, che
una storia ricca probabilmente di traumi percepiti, sia fisici che
psicologici. Lì si sviluppa una catena Antero Laterale di difesa e
va trattata, chiaramente, non aggredendola, non con tecniche
strutturali. Ma va trattata con tecniche funzionali, tecniche molto
dolci, si usa il caldo, si usano determinate macchine (per chi usa
terapia fisica) piuttosto che altro. Quindi, anche nel campo della
terapia fisica, si possono adattare le varie macchine, le varie
terapie da erogare a seconda della psicologia del paziente, perché
questo può gradire il trattamento e quindi aprire le porte al
cambiamento, alla “guarigione”, al miglioramento. Oppure può
chiuderle e quando un paziente chiude le porte alla guarigione o a un
approccio, o a un pensiero... Beh, li puoi fare quello che vuoi, la
terapia erogata anche se è giusta, anche se erogata in modo giusto,
non passa. Ecco, il metodo GDS ti consente di individuare quali sono
le porte di ingresso di un paziente e poter erogare una terapia
specifica, gradita che va a segno.
È
corretto se dico che chi ha una dominanza di catene anteriori tende a
un atteggiamento di introversione e, viceversa, chi ha una dominanza
di catene posteriori tende all’estroversione?
Non
proprio. Introversione ed estroversione appartengono alle catene
Antero Laterale e Postero Laterale (AL e PL). Se invece parliamo di
catene mediane anteriore e posteriore, allora potremmo dire che chi è
dominato dalla catena Antero Mediana ha facilità nello schema di
flessione; invece, chi è dominato dalla catena PM (posteriore
mediana) ha una facilità nello schema di estensione. E non solo: ha
una Vision differente da quella di chi è dominato dalla AM; mentre
l’AM ha una timeline lineare e un occhio, il focus psicologico, che
guarda verso il passato, il PM taglia col passato e guarda verso il
futuro. Va avanti per step, per traguardi da raggiungere, ha un Focus
orientato al futuro. Mentre avremo nell'altro caso un paziente che
parla più dei nipoti, delle tradizioni, della famiglia… Ha un
occhio orientato verso il passato. Ecco, una è una catena
performante, che si chiama “guerriera” (PM); l’altra invece è
una catena più affettiva, dominata dagli schemi di flessione.
Come
è strutturato un percorso riabilitativo nel metodo GDS? Intendo,
valutazione iniziale, durata delle sedute, frequenza, eventuali
follow up.
Il
numero di sedute, la posologia, chiaramente cambia con la gravità
della patologia, da quanto tempo questa si è instaurata. Quindi
dipende da molti fattori e, non ultimo, dal tipo di terapista che
eroga la terapia, cioè dalla struttura comportamentale del
fisioterapista. Questo è un po' più complicato; ci sono due
articoli che parlano di terapista introverso e terapista estroverso,
sul blog, e invito a leggerli. Togliendo di mezzo il terapista, che è
comunque parte importante, nel nostro studio per esempio facciamo
così: io faccio le prime visite, faccio la lunga anamnesi e invio al
collaboratore, al collega che è formato in GDS per dei trattamenti
due volte la settimana. Dopo tre settimane li rivedo io, quindi fanno
all'incirca una media di 6 sedute. Poi c'è la possibilità che
qualche volta le sedute possano anche diminuire fino a dei mezzi
miracoli, in una o due sedute possiamo risolvere un problema; oppure,
nel caso di riabilitazione, possono prendere anche da diverse
settimane fino a qualche mese, come è normale che sia anche quando
si riabilita un crociato. I tempi sono lunghi perché una cosa è
liberare la struttura; liberare è molto semplice, ci sono mille
tecniche che liberano. le manovre ad Alta Velocità, i massaggi, gli
allungamenti, la fibrolisi, un sacco di cose. Questa fase è molto
veloce e molto semplice. Io, ma chiunque, in pochi secondi riesco
davvero a liberare un articolazione. Altra cosa invece è costruire.
Costruire prende del tempo, cioè far percepire gli appoggi, far
percepire gli assi, il movimento, lo schema motorio necessita di più
fasi di costruzione. Prendiamo appunto dal Feldenkrais, prendiamo da
Mathias Alexander, prendiamo tecniche di Ehrenfried... Quindi il GDS
è molto completo anche nel costruire. Costruire, a dir la verità,
non è il mio settore preferenziale. Io sono più un “meccanico”
che sblocca e aggiusta ma ho con me delle persone che hanno come
prima passione la costruzione della consapevolezza corporea. E questo
sicuramente prende molto più tempo, fino ad arrivare anche a 3-4-5-6
mesi, dipende un po' da quanto è perturbato lo schema motorio della
persona, e che grado di lesione nervosa, anatomica questo paziente
abbia.
Ho
notato che il logo delle catene GDS assomiglia a una stella a 5
punte, che immagino corrispondano alle 5 catene individuate dal
metodo. È solo un logo o ha un significato funzionale, come di...
interconnessione tra le catene?
Il
logo è una mia invenzione, viene fuori dall'uomo di Agrippa, dal “De
occulta Philosophia”, un
libro molto antico. Mi piaceva perché ha il piede sinistro in
rotazione esterna (in linea con la PL che ha una rotazione esterna
sinistra) e la rotazione interna destra (come la AL). Poi hai
all'estremità i 5 mondi GDS; poi all’interno c'è una stella (è
ricco di simbologia quel simbolo). La stella perché nel metodo GDS
una delle strategie terapeutiche è la stella, la strategia della
penta-coordinazione. Quindi, quando si va a lavorare un gruppo di
muscoli di un pallino, di una catena, automaticamente bisogna andare
a lavorare nelle due catene adiacenti. Questo per la
penta-coordinazione e per un equilibrio tra i muscoli nei tre piani
dello spazio. Agendo con questa tecnica della stella si ha un lavoro
prettamente biomeccanico. Invece nel simbolo c'è anche una specie
di “S”, si chiama lemniscata: quella è una strategia più
energetica. Poi, al centro, c'è un pentagono rovesciato che
abbraccia il bacino: quella è la strategia della ruota, un'altra
strategia ancora che permette nel 80% (per esempio) delle lombalgie,
di partire dal bacino in un certo modo, tranne in una catena in cui
parti da un'altra zona. Poi c'è un'altra strategia ancora, che è
quella dell'onda, a seconda del lavoro che si vuole fare. A volte
bisogna semplicemente liberare e allora vai sulla meccanica, vai
sulle tecniche di terapia manuale, vai sulla Penta-coordinazione, vai
sulla strategia della stella. Oppure altre volte devi costruire,
cioè quando manca un pattern motorio, quando il paziente vive male,
abita male il proprio corpo, allora bisogna usare un altro tipo di
lavoro e si usa la strategia dell'onda, che è una strategia con una
nozione del tempo particolare (Date un'occhiata agli
articoli che sono sul blog perché ci sono anche delle cose
comportamentali molto carine, una è la nozione del
tempo per esempio). Ecco lì bisogna costruire, quindi si
usa un altro tipo di strategia. Quindi ogni strategia (ed è
ricchissimo il GDS) va a colpire, va a costruire, va a liberare, va a
nutrire determinati settori dell'essere umano, che è sfaccettato.
Non siamo solo un insieme di ossa e di muscoli ma c'è una persona
che abita all'interno.
La
postura ideale e la simmetria. Due concetti spesso ricercati ma forse
da rivedere. E la lemniscata che hai appena citato qui è importante,
sbaglio? Cioè, per esempio, non è importante che un segmento
corporeo abbia un atteggiamento... in intrarotazione ma che abbia
comunque la capacità di esplorare tutto il range di movimento. È
questo il concetto di lemniscata?
Esattamente
Alessandro, proprio così. La libertà di movimento deve essere nei
tre piani dello spazio. Il grado di rotazione interna deve essere
uguale alla rotazione esterna non tanto nella sua componente
misurabile, meccanica, angolare, quanto nella qualità viscoelastica
del movimento. Cioè, la qualità della rotazione interna e rotazione
esterna deve essere uguale e la lemniscata è una strategia, un
esercizio che riequilibra tutte le catene muscolari, tramite una
sequenza di stiramenti ben precisi che, se fatta in modo appropriato,
viene data ai pazienti come mantenimento dopo il trattamento; se
viene effettuato in modo veloce (massimo 1-2 secondi per ogni
posizione) viene affidata agli sportivi pre-gara perché riequilibra
tutte le catene, rende il gesto più fluido e più efficace durante
lo sport.
Come
si può apprendere il metodo catene GDS?
Facciamo
una formazione a Milano, nei locali della scuola di Osteopatia ICOM,
in centro a Milano. È molto facile raggiungerla. Sono 33 giorni, 11
seminari da 3 stage ciascuno. Gli insegnanti sono internazionali, non
sono io che insegno, sono solo l'organizzatore e un fan, uno che
applica in studio la metodica, ecco. Gli insegnanti veri hanno una
capacità molto elevata, fanno parte del centro di formazione di
Philippe Champignion in Francia. Insegnano in tutto il mondo, in
Brasile, in Australia, un po' in tutta Europa e anche qui in Italia.
Questa è la terza formazione che facciamo. Ne abbiamo fatte due a
Siena, a casa mia. Ho visto che la cosa andava bene e quest'anno ci
siamo spostati a Milano. Va molto bene e il prossimo anno, da
gennaio, parte la nuova formazione che saranno 11 stage da 3 giorni
ciascuno, e dove verrà assegnato agli allievi tutto il materiale,
consegnato tutto il sapere di Godelieve Denis Struyf rivisitato da
Philippe Champignion & company.
Molti
dei nostri ascoltatori sono neolaureati o studenti in fisioterapia,
spesso persi nel mare della formazione. Cosa ti sentiresti di
consigliare a questi giovani colleghi?
Sì,
mi sento di consigliare essenzialmente di guardarsi dentro, a questi
giovani colleghi, di capire bene quali sono le motivazioni che hanno
portato loro a fare questo tipo di scelta lavorativa, lavorare con il
corpo. È una cosa che ha che fare con il manuale, l’aggiustare?
L’ego, il prendersi il merito di aggiustare fisicamente le ossa,
aggiustare i muscoli? Ok, allora probabilmente siete più portati
verso la terapia manuale. Altri invece hanno come bisogno quello
educativo, di educare il movimento, di dare consapevolezza corporea?
E allora questi giovani colleghi è bene che si specializzino sulle
forme di movimento, il Feldenkrais, quello che offre il panorama
della formazione italiana. E poi capire un po' se avete una mentalità
meccanicistica pura, quindi considerate il corpo come delle ossa dei
muscoli solamente e a pezzi, diciamo così. Quindi fate dei bei corsi
monotematici sulla spalla, sul ginocchio da personalità eminenti
della Formazione; oppure pensate che una spalla è attaccato al
bacino, che c'è comunque un'unità nel corpo e quindi a volte per
vedere un mal di schiena bisogna vedere i piedi e viceversa? Quindi
avere una nozione più di integrazione e se questa integrazione viene
seguita anche da integrazione psicologica, comportamentale, ancora
meglio perché il famoso fattore bio-psico-sociale è
importantissimo. Non siamo solo ossa, muscoli seppur uniti, ma siamo
delle persone che abitano il loro corpo. Quindi si possono fare delle
microesplorazioni, a pezzi, per il corpo e unirle successivamente nel
corso dell'esperienza nel corso degli anni. Unirle insieme oppure
partire già subito con una disciplina, una metodica che abbracci il
corpo intero, che dia degli ottimi strumenti e poi specializzarsi nel
campo che poi ciascuno più ama. Chi ama il ginocchio si farà un
corso monotematico ma integrato, partendo da una nozione che il
ginocchio è attaccato all’anca ed è attaccato alla schiena. Ecco
questo mi sento di consigliare
Ecco,
hai citato il Feldenkrais. C’è una qualche affinità tra i due
metodi o hanno filosofie completamente differenti?
No,
sono due cose diverse. Il Feldenkrais è una forma di autoterapia
sostanzialmente, autoscoperta del corpo nei micromovimenti per poter
comandare a livello neurologico meglio le sequenze e i pattern di
movimento. Invece il GDS è una medicina molto più ampia che ha,
tra la terapia manuale e la costruzione del vissuto corporeo e la
costruzione della postura, i suoi elementi cardine e prevede anche
degli esercizi di coscientizzazione corporea, di consapevolezza
corporea molto simili al Feldenkrais o addirittura presi dal
Feldenkrais, perché il GDS molto spesso prende il meglio di tante
medicine. Solo che le applica alla preferenza del paziente. La
genialità sta proprio in questo, ecco, prende i migliori tipi di
tecniche che ci sono e li adatta alla personalità del paziente, a
seconda del loro gradimento.
Una
considerazione personale: il punto forte di questo metodo è il
legame con la sfera comportamentale, psichica, emozionale, della
personalità. Aggiungo anche il legame con la medicina tradizionale
cinese. Allo stesso tempo però può essere un punto debole perché
molti, presi dallo scetticismo, pur mantenendo la volontà di
apprendere un metodo globale, puntano sui classici Mezieres e RPG. Tu
cosa ne pensi?
Sì
Alessandro, hai ragione, non ci avevo mai pensato. Può essere un
punto di debolezza questa complessità e questa ricchezza del metodo
GDS. Ma in realtà è un punto di debolezza solo per i più deboli,
perché i più forti sanno che è un punto di forza spaventoso.
Perché si va ad aggiungere, per esempio, dopo le 3 dimensioni, la
quarta dimensione che è la dimensione temporale, come ho scritto in
un blog. Quindi è un elemento assolutamente innovativo e per me
anche la verità è del mistero del corpo umano. Ecco perché non
credo che siamo solamente delle ossa e dei muscoli che tirano la
biomeccanica ma come ho detto prima c'è una persona che abita
all'interno, con le proprie emozioni, col proprio vissuto personale,
che reagisce alle terapie e alle tecniche in modo assolutamente
imprevedibile per chi non conosce il metodo GDS. È prevedibile e
guidabile per chi conosce il metodo GDS. Quindi le persone che si
spaventano oppure hanno bisogno di un elemento basilare, fanno
quello che ho fatto io all'inizio: Mezieres e RPG. Le persone che
vogliono veramente approfondire e aumentare la percentuale di
successi fino al 92,4%, perché questo è stato calcolato dalle mie
statistiche che faccio ogni giorno in studio (noi abbiamo
più di 5000 pazienti, eroghiamo 50 trattamenti al giorno).
Queste statistiche ci dicono che il 92,4% sono soddisfatti perché,
non solo sono migliorati, ma quelli che sono migliorati sono convinti
di essere migliorati per la particolarità delle nostre cure. Quindi
instillare questa consapevolezza di guarigione è possibile solo su
persone che si sentono trattate bene, si sentono coinvolte nella
terapia. E questo si può fare, a mio avviso, per quello che so io,
solo con il metodo catene muscolari GDS, col metodo
psico-comportamentale che unisce la biomeccanica del RPG e del
Mezieres (e tanto altro) e dell'osteopatia con la psiche e con la
superficie (perlomeno ) della medicina tradizionale cinese.
Bene,
Fabio, direi che sei stato molto chiaro e che i nostri ascoltatori
hanno sicuramente gradito le informazioni che ci hai dato. Grazie per
la tua disponibilità e spero di poter collaborare con te in futuro
Beh
grazie a te. Guarda, questa è stata una grossa opportunità per me e
ringrazio fisiopodcast perché è una bellissima opportunità, una
bellissima realtà e anzi Finalmente qualcuno si è svegliato, se n'è
accorto che si possono fare anche le cose bene in questo modo. Saluto
tutti quanti e se qualcuno ha dei dubbi o ha necessità di
approfondire può venirci a trovare a Verona il 6 ottobre. È una
giornata... chiamiamola giornata promo, ma in realtà eroghiamo sui
contenuti molto molto pesanti, molto istruttivi e di contenuto molto
carico a chi verrà questa giornata a Verona. E potrà a capire la
potenza delle delle catene muscolari e perché funzionano. Quindi vi
aspetto, cari ascoltatori, tutti quanti a Verona il 6 ottobre. Ciao a
tutti e grazie.