In questo episodio speciale parleremo di Regime Forfettario con Giampiero Teresi, esperto del settore e autore dei due libri "Partita IVA semplice" e "Regime Forfettario 2019". In particolare vedremo le implicazioni per i fisioterapisti. Liberi professionisti o futuri tali.... Non perdetevela. Esclusiva su FISIOPODCAST!!!
Trascrizione dell’intervista FisioPodcast a Giampiero Teresi
Buongiorno
Giampiero e benvenuto a FisioPodcast.
Buongiorno Alessandro
e grazie a te, grazie per l'invito a FisioPodcast. Mi ha fatto
piacere ricevere da te questa proposta di intervista, di
collaborazione appunto sulle tematiche fiscali, che sono quelle che
io preferisco.
Intanto ti
ringrazio di essere qui. È sempre un piacere ospitare colleghi altri
professionisti disposti a condividere la loro esperienza e
competenza. Oggi parleremo di aspetti fiscali in particolare di
Regime Forfettario. Tutti i liberi professionisti sono potenzialmente
coinvolti e quindi anche noi fisioterapisti. Per cominciare ti chiedo
di presentarti ai nostri ascoltatori. Chi sei e di cosa ti occupi?
Allora:
io innanzitutto
mi presento con te e con
tutti voi. Noi ci conosciamo da poco. Io mi chiamo Giampiero
Teresi e mi occupo di fisco, mi occupo soprattutto di partita IVA, di
liberi professionisti e soprattutto del Regime Forfettario. Nel 2014
ho lanciato online questo progetto con il mio primo sito internet che
si chiamava tuocommercialistaonline poi chiuso negli anni proprio
perché ho accentrato tutti i miei studi e approfondimenti sul Regime
Forfettario. Ho fondato quindi un nuovo sito internet, si chiama
www.Regime-Forfettario.it,
più che altro un blog dove io parlo di di tematiche fiscali, di
Regime Forfettario, che è un Regime fiscale molto conveniente che è
stato rivoluzionato degli anni; ma parlo anche di tutto il mondo
delle partite IVA, soprattutto per tutti quelle che sono le libere
professioni. Tra l'altro ho scritto anche degli articoli sulla
professione del fisioterapista, cercando di inquadrare questa
professione dal punto di vista fiscale e scrivendo tutto quello che
un fisioterapista deve conoscere per poter essere in regola con il
fisco. All’interno del del mio blog, che è cresciuto tantissimo
negli anni, ho cercato di dare delle risposte a tutti quelli che sono
i dubbi fiscali. E poi cerco di rendermi utile anche con il mio
gruppo Facebook, un gruppo molto seguito, si chiama
Regime-Forfettario consigli utili. È un gruppo
ormai formato da circa 7000 persone, dove molte di loro mi pongono
giornalmente delle domande, delle questioni fiscali e cerco di
rispondere un po' a tutti.
Bene, quindi
cominciamo a dire qualcosa riguardo questo argomento. Che cos'è il
Regime Forfettario, quando nasce e perché?
Il Regime Forfettario
nasce per la prima volta il 1 gennaio del 2015, quando viene
introdotto nella sua prima versione, che in effetti non ha avuto
alcun tipo di successo, per poi essere rivoluzionato negli anni. Una
prima rettifica è stata effettuata il 1 gennaio del 2016, dove è
stato reso già un Regime fiscale abbastanza vantaggioso, ma l'ultima
modifica che è avvenuta il 1 gennaio 2019 lo ha reso un Regime
fiscale davvero competitivo, davvero vantaggioso, soprattutto per
tutte le attività professionali. È l'erede del vecchio Regime dei
minimi, andato in pensione il 31 dicembre del 2015. Da questo Regime
dei minimi ha preso alcuni spunti e alcune caratteristiche però, in
effetti, differisce da questo in alcune differenze sostanziali di cui
magari adesso se vuoi ne parleremo. Ad oggi è il Regime fiscale più
vantaggioso in Italia, ma anche in Europa stessa. Immagina che la
tassazione, che è quella del 5%, è una tassazione che ha la
percentuale più bassa in Italia ma anche in Europa stessa.
Perché è un
Regime vantaggioso?
Allora
perché è
così vantaggioso?
Innanzitutto
chiariamo subito che scegliere un Regime fiscale significa scegliere
una serie di regole fiscali da dover seguire, scegliere appunto una
tassazione e scegliere degli obblighi e degli oneri da perseguire. Ad
oggi l'alternativa al Regime Forfettario sono soltanto due: sono il
Regime ordinario e il Regime semplificato.
- Il Regime Forfettario è vantaggioso perché innanzitutto ha una tassazione più bassa. La tassazione per il Regime Forfettario è pari al 5% per i primi 5 anni che diventa poi 15% dalle dal sesto anno in poi. Paragonandolo al Regime ordinario o semplificato, in questi due regimi la tassazione invece va dal 23% al 42% in base agli scaglioni di reddito, per cui 5% contro 23-42 già è un primo grandissimo vantaggio.
- Un altro vantaggio è che il Regime Forfettario non ha IVA. Per cui qualsiasi professionista, commerciante o artigiano all’interno di questo Regime, nel momento in cui emette una fattura, ad esempio da €100, non sarà mai 100+IVA Ma sarà 100 e basta perché l’IVA non c’è.
- Un altro vantaggio è che il Regime Forfettario è esente dalla ritenuta d'acconto, per cui un professionista che emette fattura incassa il 100% dei propri compensi senza alcun tipo di trattenuta. Basti pensare che coloro che invece lavorano con la prestazione occasionale o sono nel Regime ordinario o semplificato subiscono una trattenuta del 20% sui propri compensi nel momento dell'emissione della fattura a titolo di ritenuta d'acconto, per cui un professionista che emette una fattura in Regime ordinario ad esempio da €100 non incassa 100 ma ne incassa 80 perché il 20%, dunque €20, vengono trattenuti dal committente stesso a titolo di anticipo sulla tassazione. Chi invece emette una fattura nel Regime Forfettario incassa tutti i €100 senza alcun tipo di trattenuta.
- Un altro vantaggio è sicuramente la semplificazione contabile. Il Regime Forfettario è un Regime davvero semplice e snello dal punto di vista burocratico. Basti pensare che non ha obbligo di registrazione delle fatture, non ha lo spesometro, non ha la dichiarazione IVA trimestrale, non ha la dichiarazione IVA annuale. Ha tanta burocrazia in meno che lo rende davvero un Regime molto semplice da utilizzare.
- Non è neanche obbligato alla fatturazione elettronica, obbligatoria appunto dal 1 Gennaio 2019 per tutti coloro che invece stanno nel Regime ordinario o semplificato. Per cui chi è nel Regime Forfettario può emettere classica fattura cartacea, a meno che non ti tratti di una fattura emessa verso la pubblica amministrazione. Soltanto in questo caso coloro che stanno all'interno del Regime Forfettario saranno costretti ad emettere anche loro fattura elettronica. Dunque l’unico obbligo per il Forfettario qual è? L'emissione, la numerazione, la conservazione delle fatture. Per cui non c'è dichiarazione IVA trimestrale, non c’è dichiarazione IVA annuale, non c'è presentazione del bilancio, non c'è tutta quella burocrazia che rende davvero difficile la Gestione di una partita IVA.
Il Regime
Forfettario è un Regime perenne o ci sono vincoli da rispettare pena
all'uscita da esso?
Allora: il Regime
Forfettario ha anche dei vincoli da rispettare.
- Il più grande vincolo è un vincolo legato al fatturato annuale. Dal primo gennaio del 2019 il fatturato possibile nel Regime Forfettario è stato innalzato a €65000 annuali. Fino all'anno scorso, per cui fino al 2018, invece la possibilità di fatturare variava da un limite di 25.000 al limite di 50000 rispetto al tipo di attività da svolgere. Ad esempio i fisioterapisti fino all'anno scorso potevano fatturare nel vecchio Regime Forfettario (chiamiamolo così) fino a €30000 annuali. Da gennaio di quest'anno il limite è stato esteso a €65000. Dunque, chi rientra all'interno di questo fatturato paradossalmente potrà utilizzare il Regime Forfettario per tutta la vita. Questo perché non ha una data di scadenza. L'unica cosa che cambia è che per i primi 5 anni, a coloro che hanno la possibilità di aderire al Regime di startup, è concessa una tassazione del 5% che diventerà poi il 15% dal sesto anno in poi. Questo a prescindere dall'età per cui chiunque, a qualsiasi età, abbia requisiti di startup (adesso eventualmente vi spiegherò di cosa si tratta) potrà rimanere all'interno Regime Forfettario e goderne la tassazione al 5% e poi dal sesto anno in poi 15% fino a che rispetta tutti i limiti del Regime Forfettario stesso (primo fra questi appunto il limite di fatturato, che ad oggi è stato innalzato a €65000 annuali).
- Fino all'anno scorso vi erano altri vincoli da rispettare, ad esempio l'accesso al Regime Forfettario era vietato a tutti coloro che contemporaneamente erano lavoratori dipendenti e avevano un reddito lordo superiore a €30000. Fino all'anno scorso questi soggetti non potevano aderire al Regime Forfettario. Da quest'anno questo vincolo è stato abolito per cui anche un lavoratore dipendente che ha un reddito lordo superiore a €30000 annuali potrà aderire al Regime Forfettario.
- Fino all'anno scorso vi erano anche altri limiti di accesso, ad esempio non era consentito aderire al Regime Forfettario a chi sosteneva delle spese per dipendenti o collaboratori superiori a €5000 annuali. Quest'anno questo limite è stato abolito, per cui anche se un Forfettario ha delle spese per collaboratori dipendenti superiori a €5000 potrà continuare a godere di questo Regime.
- Altro limite abolito rispetto allo scorso anno è il limite sui beni strumentali. Fino all'anno scorso non poteva aderire al Regime Forfettario chi spendeva per beni strumentali più di €15000 ma quest'anno non ci sono più limiti di spesa per cui si potrà aderire ugualmente a questo Regime Forfettario.
- Un limite è dato però dalla possibilità di possedere una SRL. O meglio, chi possiede quote superiori al 50% di una SRL (e quindi la controlla) e la SRL si occupa della stessa cosa di cui si occupa il professionista con partita IVA Forfettario non potrà aderire al Regime Forfettario. Quindi chi possiede quote di SRL inferiori al 50% potrà ugualmente aderire al Forfettario; chi possiede quote superiori al 50% ma la SRL si occupa di qualcosa di diverso rispetto alla propria partita IVA in Forfettario potrà ugualmente aprire la propria partita IVA in Forfettario; chi invece possiede più di 50 % e la SRL si occupa della stessa cosa della propria ditta individuale non potrà aderire al Regime Forfettario.
- Non potranno aderire al Regime Forfettario le società, per cui dato che è destinato esclusivamente a ditte individuali una società, un'associazione sportiva, una cooperativa, una impresa familiare non potranno aderire al Regime Forfettario. Sono ammesse soltanto ditte individuali.
Cosa è
cambiato quest'anno per opera di questo nuovo governo, anche
relativamente al calcolo dei contributi e della tassazione?
Il Regime Forfettario
ha introdotto un nuovo metodo di calcolo delle imposte ma soprattutto
quelli che sono i costi aziendali scaricabili. È questa la vera
grande novità introdotta da questo Regime. Cosa succede? Succede che
in qualsiasi Regime fiscale, ad esempio il Regime ordinario o
semplificato (ma anche nel vecchio Regime dei minimi) si partiva da
quello che era il proprio fatturato, i propri incassi annuali. Da
questo incasso annuale venivano sottratte tutte le spese sostenute
per la propria attività, che potevano essere “scaricate” al 100%
al 50% o in altre percentuali di deduzione. Dopo aver detratto tutte
le spese scaricabili si trovava il vero e proprio utile. Da
quell'utile si calcolavano sia le tasse sia i
propri contributi previdenziali. Nel Regime Forfettario non è così:
il Regime Forfettario ha introdotto i cosiddetti coefficienti di
redditività. Questi coefficienti vanno a stimare in modo
Forfettario (ecco perché si chiama Regime Forfettario) quelli che
sono i costi aziendali scaricabili tramite delle percentuali. Nel
caso dei fisioterapisti, ad esempio, questa percentuale,
questo coefficiente, è pari al 78% del fatturato. Questo significa
che se un fisioterapista ad esempio dovesse fatturare €10000, da
questi €10000 lo stato ipotizza che soltanto il 78% sia il vero e
proprio utile. Dunque la differenza (per cui €2200) rappresentano
secondo lo Stato i costi sostenuti dal fisioterapista. Questi €2200
non verranno tassati mentre la restante parte (per cui €7800)
rappresenterà il vero e proprio utile. Su questi €7800 andiamo a
calcolare sia le tasse per cui il 5% (per i primi 5 anni) o 15% (dal
6° anno in poi), sia i contributi previdenziali. I contributi
previdenziali, nel caso di un fisioterapista, sono rappresentati
dalla Gestione Separata INPS. La Gestione Separata INPS è un
fondo al quale tutti i professionisti… chiamiamoli “senza cassa”
versano i propri contributi previdenziali. La Gestione Separata
rispetto ad altre gestioni INPS (quali possono essere la Gestione
Commercianti o la Gestione Artigiani) ha un vantaggio, che è quello
che non ha dei costi fissi annuali. Dunque tutti i contributi vengono
calcolati in percentuale sul fatturato. Nello specifico la
percentuale della Gestione Separata è pari al 25,72%.
Ritornando quindi sul calcolo iniziale, da questo 78% (dunque da
questi €7800 ipotetici) calcoliamo sia il 5% di tasse sia il 25,72%
di contributi INPS. Dal secondo anno in poi (questo è un un concetto
un po' più tecnico) succede che il calcolo avviene in modo ancora
più vantaggioso. Perché, ipotizzando un nuovo fatturato di €10000,
si prende in esame di nuovo il 78% (per cui €7800). Da questi
€7800, dal secondo anno in poi, sarà possibile detrarre anche i
contributi INPS pagati l'anno prima, ipotizziamo €2000. Per cui:
€7800 sottraiamo questi €2000, arriviamo dunque alla nuova cifra
di €5800; da questa nuova cifra calcoleremo nuovamente il 5% di
tasse e il 25,72% di INPS, che a questo punto saranno più bassi
perché partono da un imponibile ancora più basso. Dato che sono
stati introdotti i costi forfettari cosa succede? Succede che tutti i
prodotti o servizi acquistati da un fisioterapista non potranno
essere scaricati, per cui l'eventuale affitto di uno studio,
l'eventuale acquisto di macchinari ed eventuali spese di trasferta
sono tutte spese che non potranno essere scaricate nel Regime
Forfettario, proprio perché sono già presenti questi costi
forfettari, questo 22% che lo stato ci attribuisce in modo ipotetico,
in modo Forfettario. È un vantaggio per tutti coloro che sono
fisioterapisti e non hanno delle spese, perché comunque questo 22%
viene in ogni caso attribuito, anche in assenza di acquisti; è uno
svantaggio per tutti quei professionisti che invece hanno delle spese
elevate: ipotizziamo un fisioterapista che incassi €10000 ma ne
spenda 5 o 6000 per l’affitto del proprio studio, o per spese di
trasferta o per acquisto di macchinari. In questo caso il Regime
Forfettario comincia a perdere la sua convenienza perché il
fisioterapista non potrà scaricare tutte le spese sostenute.
Scaricherà soltanto quel 22% , quei €2200 di spese forfettarie
Nonostante tutto
ci sono colleghi che hanno preferito rimanere nel Regime ordinario o
semplificato, seppur a tassazione più alta, perché nel Regime
Forfettario non si scaricano né le spese legate all'attività né
quelle personali.
Sì, appunto, per il
concetto che ho espresso adesso ci sono alcuni casi in cui il Regime
Forfettario non diventa conveniente. Non diventa conveniente per
tutti quei professionisti che hanno tante spese aziendali ma
anche per coloro che hanno molte spese personali. Chi ha solo
reddito da Regime Forfettario non può scaricare neanche le spese
personali: per cui le spese mediche, le spese sanitarie, interessi
sul mutuo, spese di istruzione, familiari a carico... Tutte queste
spese non sono scaricabili nel Forfettario e c'è anche una logica su
questo. La logica è: dato che lo Stato ha già attribuito una
tassazione più bassa possibile, che è quella del 5%, impone che su
questa tassazione, già bassa di suo, non vengono detratte ulteriori
spese. Quindi, chi sceglie il Forfettario lo deve scegliere soltanto
se ha dei costi aziendali limitati ma anche delle spese personali
limitate. Chi invece sostiene ad esempio spese di ristrutturazione,
spese per familiare a carico, spese sanitarie, spese mediche, spese
universitarie o altri tipi di spese scaricabili, donazioni…. non è
detto che debba aderire al Regime Forfettario. Per cui, in questo
caso va fatta una valutazione ben precisa su quelli che sono gli
ipotetici fatturati, su quelli che sono gli ipotetici costi sostenuti
nell'anno e tutte le detrazioni possibili, in modo da calcolare in
modo scientifico, in modo esatto la validità e la convenienza
nell’aderire a questo Regime fiscale, oppure nel rimanere nel
Regime ordinario o semplificato.
Posso essere
dipendente e allo stesso tempo lavorare con partita IVA in Regime
Forfettario? Cosa cambia per quanto riguarda i contributi INPS?
Allora, si. Come
accennato prima è possibile essere contemporaneamente sia lavoratore
dipendente che titolare di una partita IVA in
Regime Forfettario. Come dicevo, fino al 2018 c'erano dei vincoli di
reddito per quei lavoratori dipendenti con un reddito lordo superiore
a €30000 (non potevano aderire al Regine Forfettario). Da
quest'anno questo limite è stato tolto per cui chiunque, con
qualsiasi tipo di reddito dipendente, potrà aprire partita IVA nel
Regime Forfettario. La tassazione non influirà e i redditi non
verranno cumulati fra di loro. Ogni reddito sarà tassato secondo la
propria tassazione, per cui un lavoratore dipendente che apre partita
IVA nel Forfettario continuerà ad avere la stessa tassazione in
busta paga mensile come è sempre stato, e per la sola parte di
reddito derivante dal Regime Forfettario sarà tassato secondo le
regole Regime Forfettario per cui al 5% nei primi 5 anni, 15% dal
sesto anno in poi. Quindi i due redditi non andranno cumulati tra di
loro, con il vantaggio che non si genererà uno scaglione IRPEF più
alto. Questo non succede nel Regime ordinario o semplificato. Nel
Regime ordinario o semplificato, invece, il reddito dipendente viene
sommato al reddito da partita IVA, generando quindi una tassazione
più alta perché, come accennato prima, la tassazione nel Regime
ordinario non è fissa, non è una flat Tax, bensì è una tassazione
che va a scaglioni. Ad esempio da 0 a €15000 c’è lo scaglione
del 23 %; dai 15000 ai 28000 c’è lo scaglione del 27%, eccetera
eccetera fino al 42%… Per cui, sommando i redditi da dipendente e
da ordinario, si arriva a scaglioni di reddito più alti. Cosa cambia
nei contributi INPS? Ben poco, nel senso che un lavoratore
dipendente che in più apre partita IVA ha una piccola riduzione dei
contributi INPS in Gestione Separata. Al posto di avere la
percentuale del 25,72% ha una percentuale del 24% per cui è
costretto ugualmente a pagarsi i contributi nella Gestione Separata,
in una percentuale leggermente più bassa. Questo accade però in
tutti i regimi fiscali, anche nel Regime ordinario e semplificato.
Soltanto coloro che sono ad esempio commercianti e in più sono
lavoratori dipendenti full time possono avere l'esenzione dal
pagamento dei contributi INPS partita IVA, in quanto li pagano già
da lavoratori dipendenti. Purtroppo in Gestione Separata non funziona
così e ugualmente ci sarà da pagare il 24% di contributi nonostante
si sia lavoratori dipendenti.
Non so se ne sei
al corrente ma recentemente è stato istituito il Maxi Ordine delle
figure sanitarie in cui sono confluite tutte le professioni
sanitarie. È una sorta di calderone, diciamo, da cui però si potrà
uscire se la singola categoria raggiungerà i 50.000 iscritti. I
fisioterapisti in questo senso i fisioterapisti sono prossimi a
istituire il proprio ordine separato e quindi questo potrà
comportare l'istituzione di una propria cassa previdenziale. La
domanda è: Cosa cambia Rispetto ad oggi? Si continuerà a pagare la
Gestione Separata, si pagherà solo la cassa o entrambe? Bisognerà
pagare un ricongiungimento?
Sì sì sì ho
sentito la notizia del Maxi Ordine delle figure sanitarie. Ho
seguito anche la situazione dei fisioterapisti perché, tra quelli
che sono i miei clienti, sono tantissimi i fisioterapisti che hanno
deciso di farsi seguire da me. Ad oggi però non è possibile versare
i propri contributi previdenziali all'ordine dei fisioterapisti.
Dunque, ad oggi quello che si può fare è sicuramente l'iscrizione a
questo ordine ma i contributi previdenziali vanno versati alla
Gestione Separata INPS. Al contrario esempio di altre figure, come
quelle degli infermieri che versano i propri contributi e ENPAPI, i
fisioterapisti non hanno questa possibilità e dunque versano alla
Gestione Separata INPS. Io dal mio punto di vista mi auguro che
l'ordine al più presto istituisca una cassa per i versamenti, perché
le casse professionali sono di solito sempre più convenienti della
Gestione Separata INPS. La differenza qual è? Che di solito le casse
hanno un contributo soggettivo e un contributo integrativo. Il
contributo soggettivo è un contributo da versare annualmente ai fini
previdenziali e questo va a prescindere dal fatturato. Prendiamo
sempre l'esempio degli infermieri: versano all’ENPAPI una quota che
è di circa 1600€ annuali e poi c'è sempre un contributo
integrativo. Il contributo integrativo è pari di solito al 2 o al 4%
del proprio fatturato annuale, per cui su €10000 si tratta di circa
€400, ma il contributo integrativo in teoria non pesa nulla. Questo
perché si addebita al proprio cliente finale. Quindi, al momento
dell'emissione della fattura, un professionista può addebitare al
proprio cliente finale il 2%, il 4% o il 5% in più, dipende da
quanto ammonta la percentuale del contributo integrativo, rispetto ai
propri compensi. Per cui, ipotizziamo un fisioterapista che emette
una fattura da €100, potrà addebitare il 4% in più (per cui €4)
al proprio cliente finale per il pagamento del suo contributo
integrativo. Sarà il cliente finale a pagare questi €4 in più
(quindi non pagherà più €100 ma pagherà €104) e questi €4
serviranno l'anno successivo al fisioterapista perché dovrà
versarli come contributo integrativo al proprio ordine. In questo
momento il fisioterapista può ugualmente addebitare in fattura la
rivalsa INPS (dunque questo 4%) che non verserà però al proprio
ordine bensì lo verserà sempre alla Gestione Separata INPS. In
questo caso l’inserimento di questo 4% è facoltativo e comunque
può sempre essere rivalso sul proprio cliente finale. Io consiglio a
tutti di farlo perché è un proprio diritto quello di poter
addebitare una piccola parte dei propri contributi al proprio cliente
finale. L'eventuale ricongiungimento a mio avviso si potrà fare ma
dovrà essere legiferato, dovranno essere specificate dall'ordine le
modalità, i termini e le tempistiche di ricongiungimento dei
contributi versati fino a quel momento in Gestione Separata con
quelli che poi si verseranno al proprio ordine. Comunque, alla fine
sì, io mi auguro che tutto ciò avvenga. Questo perché? È vero che
la maggior parte degli ordini ha questa quota fissa annuale per la
quale di solito si storce il naso ma di solito hanno tutti una
percentuale di contribuzione più bassa. Prendo sempre l'esempio
delle ENPAPI: ha questa quota fissa di €1600 ma la percentuale di
contribuzione è del 16% contro il 25,72% della gestione INPS, che
diventa una mazzata soprattutto se i fatturati salgono sopra i 15-20
€30000. Per cui speriamo che accada.
È vero che nel
Regime Forfettario si può anche fare a meno del commercialista?
Allora, si. Nel
regime Forfettario si può anche fare a meno di un commercialista.
Questo perché l'apertura della partita IVA potrà avvenire anche in
modo autonomo. Basterà in questo caso compilare un modello (si
chiama il modello aa9/12) che è un modello formato da 4 pagine con
tutti i propri dati personali, inserendo la scelta, appunto, del
regime fiscale e inserendo il proprio codice ATECO (che non è altro
che il codice attività che rappresenta la categoria dei
fisioterapisti). In verità c'è anche la possibilità di inserire
codici ATECO secondari, per cui sviluppare più attività
contemporaneamente con la stessa partita IVA, e quindi l'apertura si
potrà effettuare in autonomia. Tra l'altro l'apertura della partita
IVA, per tutte le attività professionali, è assolutamente gratuita.
Per cui non ci sarà nulla da spendere. Dopodiché, il passaggio
successivo è quello di emettere le proprie fatture. Anche in quel
caso un fisioterapista può emettere fattura in autonomia.
L'importante è che utilizzi dei prospetti fattura corretti, che
abbiano all'interno tutte le diciture di legge che specifichino il
fatto che il fisioterapista si trova all'interno del Regime
Forfettario, e che spieghino il motivo per il quale non c'è IVA e
non c'è la ritenuta d'acconto in fattura. Dopodiché, la Gestione
della contabilità in effetti è abbastanza semplice. Come dicevo,
l'unico obbligo è quello di emissione, numerazione e conservazione
delle proprie fatture, sulle quali eventualmente va posta una marca
da bollo da €2 per le fatture che superano l'importo di €77,47.
Sono quelle casistiche che eventualmente vi posso spiegare
singolarmente. E poi, il passaggio più importante è sicuramente la
compilazione e l'invio del Modello Unico. Lì, in effetti vedo
qualche difficoltà perché mentre coloro che sono lavoratori
dipendenti, ed inviano quindi il modello 730, hanno disposizione da
parte dell'Agenzia delle Entrate la dichiarazione dei redditi
precompilata (accedendo al proprio cassetto fiscale si
ritrovano questa dichiarazione redditi precompilata, che devono
semplicemente controllare, validare ed inviare) coloro che sono
possessori di partita IVA non possono inviare il modello 730
ma devono inviare il modello unico. All'interno di questo Modello
Unico devono essere compilati dei quadri, nello specifico il
quadro LM per tutti coloro che sono all’interno del Regime
Forfettario. E lì e bisogna effettuare i veri e propri calcoli. Veri
e propri calcoli che non appariranno mai nella nostra dichiarazione
precompilata. Dunque bisogna avere dimestichezza col fisco,
dimestichezza col calcolo delle imposte e dei contributi
previdenziali e soprattutto col calcolo del saldo e dell'acconto.
Questo perché le imposte che vanno versate annualmente sono sempre
relative all'anno precedente. Ad esempio quest'anno si invia il
modello unico 2019 relativo ai redditi del 2018, dove andranno
calcolate sia le tasse che i contributi relativi al 2018. Per cui,
per tutti quelli che sono stati gli incassi realizzati dal primo
gennaio al 31 dicembre del 2018. In più va calcolato un acconto sul
2019 stesso. Acconto che poi viene diviso in due rate: una rata a
giugno (quest'anno poi prorogata al 30 settembre) e una rata il 30
novembre. Per cui, si può fare, si può gestire tutto da soli ma
bisogna avere dimestichezza col fisco perché la parte più
importante, quella più difficoltosa, quella dove c'è una maggiore
percentuale di errore è la compilazione del modello unico. Su
quello chi è bravo e chi ha dimestichezza lo può fare da solo,
altrimenti bisogna farsi aiutare da un CAF, da un commercialista o da
un professionista abilitato.
Non voglio fare
promozione ma visto che ti sei reso disponibile a questa intervista
vorrei farti una domanda riguardo il tuo lavoro. Nell'era moderna si
fa tutto online, ormai ci si può anche laureare online. Quindi si
può avere un commercialista online o è sempre meglio un
commercialista fisico, diciamo, con cui rapportarsi faccia a faccia?
Si, esatto, è quello
che faccio io. Ho sviluppato un servizio di contabilità online
specializzato in Regime Forfettario, che ha una una tariffa
abbastanza agevole, che è di €39 al mese già comprensivi di IVA,
con la quale mi occupo di tutto. Mi occupo dell'apertura della
partita IVA, mi occupo della Gestione della contabilità, mi occupo
dell'invio della dichiarazione dei redditi (che come già detto è il
passaggio più importante) offro tutta la mia assistenza telefonica
365 giorni l'anno tramite il mio numero di telefono personale. Per
cui, materialmente cosa faccio? Come primo passo apro la partita IVA
dei miei clienti. Dopodiché insegno loro ad emettere le loro
fatture. Fornisco dunque ai miei clienti un prospetto in Excel che
servirà ad emettere tutte le fatture nel Regime Forfettario. Le
prime le compilerò io insieme a loro, spiegando telefonicamente come
vanno compilate, fino a quando il professionista non raggiungerà
piena autonomia nel farlo. Dopodiché, un passaggio successivo sarà
quello di organizzare un briefing mensile con il mio assistito, dove
ci sentiremo una volta al mese. Il professionista mi invierà via
mail quelle che sono le sue fatture emesse, eventuali acquisti e io
porterò tutto in contabilità. E poi una volta l'anno, tra maggio e
giugno, invierò la dichiarazione dei redditi. Da lì verrà fuori
quello che è il calcolo delle tasse e dei contributi previdenziali e
quindi invierò i modelli F24 già precompilati per poter pagare le
proprie tasse e i propri contributi. Questa è un po' la routine che
svilupperemo ogni anno, un servizio completamente online dove non è
mai necessaria la presenza fisica. Ho una reperibilità massima, sono
disponibile telefonicamente sei giorni su sette e almeno 7-8 ore al
giorno dal punto di vista telefonico. Sono reperibile anche via mail,
via SMS, via WhatsApp, via Skype, una reperibilità massima per tutti
quelli che sono i miei clienti che assisto in tutta Italia. Per cui,
io fisicamente mi trovo a Palermo, il mio studio si trova a Palermo
ma tutti i miei clienti sono sparsi in tutta Italia e sono gestiti
completamente online, da remoto.
So che hai anche
scritto due libri, che tra l'altro io stesso ho acquistato perché
sono molto semplici e chiari, e che trattano proprio di partita IVA e
Regime Forfettario. Ce ne vuoi parlare?
Sì. Il 28 dicembre
2018 ho pubblicato il mio secondo libro, si chiama “il
Regime Forfettario 2019” che è un manuale incentrato sul
Regime Forfettario, soprattutto su tutte le modifiche apportate dalla
nuova legge di bilancio, la cosiddetta FLAT TAX voluta da
quest'anno, che ha modificato in modo sostanziale il Regime
Forfettario con la modifica più importante che è quella di portare
il limite di fatturato a €65000 per tutte le attività possibili
all'interno del Regime ma anche tante altre variazioni. Per cui
questo manuale è specifico per il Regime Forfettario, ne analizzo la
convenienza, ne analizzo il calcolo dei contributi, ne analizzo
l'emissione delle fatture, la compilazione della dichiarazione...
Insomma tutto quello che c'è da sapere per poter gestirsi la propria
partita IVA. Nel 2017 invece avevo pubblicato il mio primo volume, si
chiama “partita IVA semplice”,
e anche questo ha avuto molto successo. Entrambi i volumi sono
disponibili su Amazon sia in versione cartacea che in versione
digitale e sono degli approcci pratici, scritti con termini molto
semplici, gli stessi termini che utilizzo negli articoli del blog
proprio per spiegare, anche a chi non capisce nulla di fisco, come
funziona la gestione della partita IVA e nello specifico come
funziona il Regime Forfettario.
Ok Giampiero, io
ti ringrazio per la tua disponibilità e chiarezza. Lasciamo comunque
tutti i link in descrizione all'episodio, in caso qualcuno di
ascoltatori volesse farti domande specifiche o avere informazioni
riguardo il tuo lavoro. Un saluto e alla prossima.
Ok Alessandro, io
ringrazio te per l'intervista, ringrazio te per l'ospitalità.
L'ultima cosa che volevo aggiungere è che chiunque dovesse averne
bisogno, io all'interno del del mio sito, del mio blog offro delle
consulenze gratuite. A tutti coloro che hanno dei dubbi sul
Forfettario o sulla partita IVA in generale, o dei dubbi fiscali, dò
la possibilità di avere con me una consulenza gratuita. In questo
caso basterà andare sul mio sito www.Regime-forfettario.it.
C'è un form di contatto che basterà compilare con i propri dati e
il proprio numero telefonico. Richiamerò io stesso tutti coloro che
richiederanno una consulenza gratuita entro 24/48 ore. Vi chiamerò
telefonicamente io stesso e cercherò di chiarire tutti i dubbi
possibili. Grazie ancora, buona giornata e a presto.
Link al libro "regime forfettario 2019" di Giampiero Teresi
https://amzn.to/2xGgEfy
Link al libro "Partita IVA semplice di Giampiero Teresi
https://amzn.to/2S2CYsQ
Intro & outro Music by Alex Anceschi
background music: http://www.purple-planet.com
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