domenica 28 dicembre 2014

ICTUS, TERAPIA e RIABILITAZIONE


Ictus, cos'è e quali danni provoca

È detto ictus, dal latino «colpo», un danno vascolare che provoca una lesione in un'area del cervello. Nell'80% dei casi, è determinato dall'ostruzione di uno dei vasi che porta il sangue al cervello (a causa di un trombo o di un embolo). Nel 20%, è originato dalla rottura di un'arteria cerebrale (ictus emorragico). «Si parla di ictus quando i sintomi durano almeno 24 ore, mentre si parla di attacco ischemico transitorio (in sigla, Tia) se durano pochi minuti o poche ore senza lasciare esiti significativi; di solito a essere colpite da un ictus sono gli anziani, molto più raramente i giovani», spiega Nino Basaglia, direttore del dipartimento di riabilitazione neurologica San Giorgio dell'ospedale di Ferrara.
Come si riconosce, affronta e cura un ictus?


I Sintomi


Possono essere molto vari in base alla zona colpita. Il primo segno di un ictus può essere l'obnubilamento della coscienza, il disorientamento nello spazio, l'incapacità di produrre parole.
Tra le più frequenti manifestazioni successive: 

  • emiplegia o emiparesi, ossia deficit motorio o paralisi degli arti di un lato del corpo (dalla parte opposta dell'area cerebrale danneggiata);
  • perdita della sensibilità alla metà del viso e degli arti;
  • aprassia (incapacità di compiere gesti complessi su comando);
  • emianopsia (incapacità di vedere nella metà del campo visivo nella parte dell'arto del corpo paralizzato);
  • neglect (tendenza a trascurare una parte del corpo e dello spazio dallo stesso lato degli arti paralizzati, come se non esistesse, associato a inconsapevolezza della malattia);
  • incontinenza emotiva (difficoltà a controllare le emozioni);
  • ridotta iniziativa; afasia (incapacità totale o parziale di parlare o scrivere, o di comprendere messaggi).

La Terapia


«Andare in ospedale in tempo è fondamentale», sottolinea Basaglia. In caso di ictus ischemico si può somministrare una terapia che scioglie i trombi. Più difficile arginare l'ictus emorragico: comunque, i primi interventi consistono in terapie di supporto per sostenere le funzioni cardiocircolatorie e respiratorie.

LA RIABILITAZIONE


Va iniziata prima possibile e dura in media 8 mesi, di cui due-tre di riabilitazione intensiva in reparti specialistici. Nella prima settimana l'obiettivo principale è prevenire le complicanze, specie quelle causate dalle difficoltà di deglutizione (come la broncopolmonite). In seguito il paziente inizierà un percorso personalizzato in un centro di medicina riabilitativa, con l'obiettivo di raggiungere autonomia nella quotidianità.

IL RECUPERO


Le aree danneggiate non vengono riparate ma, grazie alle proprietà plastiche del cervello, è possibile tornare a svolgere determinate funzioni, utilizzando nuove vie nervose nell'ambito del tessuto cerebrale rimasto sano. Il 90% dei pazienti che segue un percorso di riabilitazione intensiva raggiunge buoni risultati in termini di autonomia, a volte recuperando pienamente certe funzioni, altre volte imparando a compensarle con diverse strategie (per esempio, imparando a scrivere con la mano sinistra anziché con la destra). Un recupero quasi completo si verifica in circa venti casi su cento. Per il buon esito della riabilitazione sono fondamentali la motivazione, l'impegno del paziente e il supporto della famiglia.

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