lunedì 22 dicembre 2014

TUNNEL CARPALE: COSA DEVI SAPERE. Come valorizzare il tuo lavoro trattando un tunnel carpale e screditare il chirurgo.



Quante volte hai ascoltato questa frase: Sento formicolio alla mano, mi hanno detto che è il tunnel carpale, il medico di famiglia o peggio il chirurgo mi ha detto che la fisioterapia non puó far nulla e che l’unica soluzione è l’intervento chirurgico.
In quel preciso istante tu hai sicuramente reagito in uno di questi due modi:
  • Taci insicuro e accetti quello che ha detto il medico, infondo credi di non avere le risorse giuste per poter affrontare il problema e quindi eviti di fare brutta figura.
  • Dimostri semplicemente che il medico si sbaglia ed innalzi la tua stima personale e conquisti il loro rispetto.
La nostra professione è tra le piú umiliate dal punto di vista professionale, tutti cercano di dirti cosa fare, persino il paziente crede di conoscere la fisioterapia! È estremamente umiliante!
NON puoi permettere piú che tu venga trattato cosí, ma per far ció devi diventare piú sicuro delle tue strategie e piú ricco di conoscenze.

Come ben saprai il nervo interessato, nonché “ intrappolato” nel tunnel carpale è il Nervo Mediano.
La cosa piú importante che devi ricordare è il suo percorso :
  • Origina da C5 a T1, in modo particolare da C5-C6 (Zona altamente vulnerabile).
  • Passa sotto la clavicola e sopra la prima costa.
  • Si dirige anteriormente , potresti palparlo anche tra il brachioradiale e pronatore rotondo.
  • Entra nel tunnel che ha come base le ossa del carpo e come soffitto un tessuto connettivo chiamato “legamento trasverso del carpo”.
  • Innerva il tenar, 1°, 2°, 3° dito, parte laterale del 4° dito e la faccia dorsale delle falangi distali. In piú i muscoli pronatore rotondo, palmare lungo, flessore radiale del carpo, flessore superficiale delle dita.
  • I sintomi si trasmettono lungo il decorso del nervo mediano ed i principali sono INTORPIDIMENTO, FORMICOLIO, DEBOLEZZA DELLE PRIME 3 DITA, GONFIORE,SUDORAZIONE DELLA MANO,, ed altre piccole varianti. In questo tunnel  abbiamo anche i tendini dei flessori profondi e superficiali, capillare, arteria, vena, il tutto con uno specifico gradiente di pressione che se viene alterato potrebbe causare diminuzione di irrorazione sanguigna al nervo, dilatazione di una di esse, stasi etc.
mediano 1
Quindi quando il paziente ti dice: “Ho formicolio alle dita” o peggio ancora alla mano,  “ho fatto l’elettroneurografia ed il medico ha confermato la sua ipotesi di tunnel carpale”, trattieniti  se riesci oppure da sfogo alla giustificata, spavalda risata e digli senza temere che chiunque l’abbia detto non è un professionista, ma uno che della scienza ne fá una legenda metropolitana.
Tu, collega, devi ricordare che la salute del nervo é legato al suo flusso assonoplasmatico . Perché sapere questo?
Semplice, hai mai sentito parlare di double crush?
Esso consiste in un doppio schiacciamento, condizione per cui se il nervo parte giá con un segnale alterato a monte, immagina a valle come diventa!
 ARM Upton e AJ Mccomas, scopritori  di questo double crush (doppia compressione nervosa) hanno dimostrato che su 115 pazienti con sintomi al tunnel carpale l’80% avevano disturbi cervicali!!
È logico quindi capire che tale flusso assonoplasmatico non è ottimo distalmente se parte giá alterato e deficitario prossimalmente.
Da oggi devi considerare che l’esame elettroneurografico dá spesso un problema al tunnel carpale,MA NON SIGNIFICA SEMPRE che il problema sia nel tunnel carpale, perché ripeto, il nervo potrebbe essere nella condizione di double crush e quindi con un segnale ridotto distalmente.
La perdita di segnale potrebbe iniziare giá in alto, in piú il nervo durante il suo tragitto si ritrova a percorrere  passaggi stretti, e vi assicuro non é felice! Dopo di che, l’ultimo dei passaggi stretti è il tunnel carpale, e per fortuna che finisce lí altrimenti immaginatevi cosa avrebbero trovato se il braccio fosse piú lungo o se ci fosse un’altra strettoia! Praticamente niente segnale, tutti noi operati!
Altre cause di alterazione del funzionamento del nervo mediano possono essere:
  1. Ispessimento non infiammatorio delle guaine sinoviali.
  2. Traumi, fratture cervicali,fratture al gomito o polso.
  3. Alterazioni reumatologiche tipo artrite reumatoide, gotta ecc
  4. Diabete , cisti, tumori, farmaci.
  5. Gravidanza, che a causa dell’ormone relaxtin si verifica una modifica del tessuto connettivo.
    Conosci Lundborg? Ricercatore di fama mondiale?
    Ebbene Lundborg ha descritto 3 fasi di degenerazione sintomatiche, queste fasi le utilizzerai per capire a che stadio si trova il paziente:
    1° Stadio, meno grave: In questa fase il tuo paziente si lamenterá dei sintomi notturni che si risolvono  semplicente e momentaneamente muovendo la mano. In questa fase ovvio che NON  SERVE FARE CHIRURGIA, perche ci sono solo  i sintomi ma niente danno.
    2° Stadio:  In questa fase il paziente ti dirá che ha dolori sia la notte sia durante il giorno. A quest’ultimo soprattutto quando svolge lavori statici o lavori che richiedono movimenti a fine raggio. Inoltre si lamenterá di parestesie, sudorazione, gonfiore  e temperatura alterata delle dita.           Anche in questa fase NON SERVE FARE CHIRURGIA:
     Non è detto che dal secondo stadio arrivi alla terza fase!!!!
    3° Stadio : In questo stadio i disturbi sono sia micro che macro tessutali,  il paziente perde la funzionalitá dei muscoli lombricali e del tenar. Il paziente  presenta una sorta di paresi della mano e si lamenta del fatto che gli cadono gli oggetti dalla mano, quindi ha perso sia la sensibilitá  che la coordinazione.  Solo in questo stadio SERVE LA CHIRURGIA.

    QUINDI COSA DEVI FARE QUANDO TI CAPITANO QUESTI CASI?
    Per prima cosa devi scoprire la causa del disturbo, facendo le domande  sulle possibili cause descritte poco fá.
    Poi devi valutare il:
    • Distretto cervicale, soprattutto notare se il tuo paziente ha un’ anteposizione del capo in particolare C5 C6.
    • Fare alcuni test del tipo phalen test, tinel test, rivers phalen test, l’estensione orizzontale del polso, upper limb.
    • La prima costa.
    • La sindrome del t4.

    Quindi per ognuno di questi distretti devi saper analizzare alterazioni di movimento e conoscere tecniche di normalizzazione. Posso assicurarti che potresti risolvere questa disfunzione anche in un paio di sedute.
    Nel frattempo una ottima soluzione che potresti adottare contemporaneamente all’analisi, e alla ricerca della normalizzazione di queste strutture è l’applicazione di un tape con lo scopo di migliorare il flusso assonoplasmatico distale, migliorare la pressione tra i vari organi che compongono il tunnel, migliorare il flusso sanguigno e drenante.
Ti descrivo 2 applicazioni  da poter usare sia in fase acuta che in fase funzionale:
Fase ACUTA:
  1. Misura il tape da utilizzare e da applicare portando l’arto del paziente in avanti a gomito esteso, mano supinata e dorsi flessa. Da questa posizione la misura da prendere in considerazione è da metá avambraccio a metá palmo. (FIG.1)
                                                                                                                                                             
2. Taglia il tape a ventaglio cioè a cinque striscioline come nella foto, lasciando 2 cm di nastro unito senza taglio chiamato attacco. (FIG.1)
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3.  Mantenendo il polso in questa posizione di flessione palmare avrai davanti a te sia gli estensori che  la pelle stirata. A questo punto applica l’attacco a metá avambraccio e le striscioline a 0 tensione (senza tirate il tape), verso ogni dito. ( FIG.2)
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4. Fai la stessa cosa sulla parte palmare del polso ricordandoti di applicare il tape ponendo il polso in flessione dorsale stirando cosi pelle e i flessori. ( FIG.3)
20141023_185212
FASE FUNZIONALE:
  • La fase funzionale va utilizzata nella fase post-acuta.
  • Misura il tape prendendo come punto di riferimento le metacarpo falangee e i due terzi dell’ avambraccio. Questa volta peró mantenendo il braccio teso normalmente ossia senza flessione del polso.
  • A questo punto devi piegare il tape in 2.
  • Dall’ estremitá doppia ripiega il tape in 3 parti uguali e applicaci 2 tagli come nella foto. Questo ti servirá  per poter ottenere 2 fori dentro la quale ci infilerai il 3° e 4° dito del paziente. ( FIG 1)
  • Applica il tape funzionale inserendo il corrispettivo 3° e 4° dito nei 2 fori. ( FIG.2)
  • Con il polso dorsiflesso con una aggiunta di deviazione ulnare, attacca a 0 tensione il primo lato della striscia. Attacca l’ altra striscia con il polso flesso palmarmente. (FIG:3)
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L’applicazione cosi effettuata creerà durante il movimento una variazione di pressione visibile attraverso la formazione di grinze sul tape. Questa variazione di pressione serve per ottenere un  miglioramento del drenaggio, riduzione del dolore attraverso il sitema del gate control, rilassamento muscolare.
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Considerando che il tape dovrebbe essere cambiato ogni 3 giorni, io vi consiglio di tenere a mente queste linee guida ossia :
Durante la fase acuta applica la tecnica a ventaglio per almeno 1 settimana. Dopo di che superata tale fase continua con l’applicazione funzionale per almeno 2 settimane.
I metodi di applicazione di un tape sono vari, essi si diversificano in base alle numerose  e contrastanti scuole di pensiero. Studia la teoria, praticala, annota i risultati scadenti e quelli di successo. Solo cosí diventerai piú sapiente e sicuro di te stesso.
Questa applicazione ,secondo la nostra esperienza, e gli ottimi risultati raggiunti, merita di essere presa in considerazione ed io ve le dono.
Credo di averti dato un buon consiglio, se hai voglia di confrontarti con me contattami pure sulla mia pagina facebook: FISIOPROGRAM-INTENSIVE; e se desideri avere altri aggiornamenti dal blog ricordati di iscriverti.
IO SONO DALL’ALTRA PARTE DELLA RETE.
Buon lavoro.

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