domenica 28 dicembre 2014

Un approccio positivo al dolore riduce l'esperienza globale di dolore attraverso la co-attivazione dei sistemi degli oppioidi e dei cannabinoidi

È stato osservato che gli oppioidi endogeni e i cannabinoidi sono coinvolti nei processi analgesici da stress e da placebo. L'esperienza del dolore è spesso considerata come un'esperienza negativa e modulata attraverso sistemi facilitatori e inibitori differenti. Lo studio seguente vuole investigare se i sistemi degli oppioidi endogeni e quello dei cannabinoidi sono coinvolti nella modulazione complessa del dolore e se il cambiamento del significato del dolore può alterarne la modulazione stessa.

È stato indotto dolore ischemico al braccio in 45 volontari sani che avrebbero dovuto tollerare il dolore il più a lungo possibile. Un gruppo era informato circa la natura avvertiva del compito. Al contrario, al secondo gruppo veniva detto che l'ischemia avrebbe portato beneficio ai muscoli per enfatizzare l'utilità della resistenza al dolore; il terzo gruppo serviva da controllo. I ricercatori hanno osservato che nel secondo gruppo la tolleranza al dolore era significativamente più alta rispetto al primo gruppo.

I risultati dimostrano che un approccio positivo al dolore riduce l'esperienza globale di dolore attraverso la co-attivazione dei sistemi degli oppioidi e dei cannabinoidi. Le manipolazioni comportamentali e/o farmacologiche del significato del dolore potrebbero rappresentare uno strumento importante nella gestione del dolore. 

> Da: Benedetti et al., Dolore 154 (2012) 361-367. Tutti i diritti riservati a Elsevier B.V
Tradotto da Marianna Giordano

Foto: Dolore di Kristy Themelis, MSc:

È stato osservato che gli oppioidi endogeni e i cannabinoidi sono coinvolti nei processi analgesici da stress e da placebo. L'esperienza del dolore è spesso considerata come un'esperienza negativa e modulata attraverso sistemi facilitatori e inibitori differenti. Lo studio seguente vuole investigare se i sistemi degli oppioidi endogeni e quello dei cannabinoidi sono coinvolti nella modulazione complessa del dolore e se il cambiamento del significato del dolore può alterarne la modulazione stessa. 

È stato indotto dolore ischemico al braccio in 45 volontari sani che avrebbero dovuto tollerare il dolore il più a lungo possibile. Un gruppo era informato circa la natura avvertiva del compito. Al contrario, al secondo gruppo veniva detto che l'ischemia avrebbe portato beneficio ai muscoli per enfatizzare l'utilità della resistenza al dolore; il terzo gruppo serviva da controllo. I ricercatori hanno osservato che nel secondo gruppo la tolleranza al dolore era significativamente più alta rispetto al primo gruppo.

I risultati dimostrano che un approccio positivo al dolore riduce l'esperienza globale di dolore attraverso la co-attivazione dei sistemi degli oppioidi e dei cannabinoidi. Le manipolazioni comportamentali e/o farmacologiche del significato del dolore potrebbero rappresentare uno strumento importante nella gestione del dolore. > Da: Benedetti et al., Dolore 154 (2012) 361-367. Tutti i diritti riservati a Elsevier B.V
Tradotto da Marianna Giordano

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