lunedì 29 dicembre 2014

POCO OSSIGENO TRA LE CAUSE DELL'INFIAMMAZIONE ARTICOLARE


Nuove prospettive terapeutiche per l’artrite idiopatica giovanile

Potrebbe essere l'ossigeno la chiave di volta per scardinare i meccanismi di innesco dell'artrite idiopatica giovanile. È il risultato di uno studio - coordinato dalla dottoressa Maria Carla Bosco e dal dottor Luigi Varesio, direttore del Laboratorio di Biologia Molecolare dell’Istituto Giannina Gaslini di Genova - che apre importanti prospettive terapeutiche per l’artrite idiopatica giovanile.

Alcune cellule all’interno delle articolazioni infiammate potrebbero diventare il bersaglio di una terapia mirata, capace di contrastare il processo infiammatorio. Lo studio pone nuove basi sulle quali sviluppare strategie terapeutiche da portare al letto del paziente. 


“L’artrite idiopatica giovanile è la più comune malattia reumatica cronica del bambino. Questa malattia colpisce circa un bambino su mille ed è una delle cause principali di disabilità e deformità acquisita in età pediatrica dovute ad anomalie nella crescita e nello sviluppo dello scheletro, secondarie a un processo infiammatorio cronico che può portare alla distruzione delle articolazioni. La terapia e la prognosi sono migliorate negli ultimi anni ma rimangono ancora molti problemi da risolvere: solo il 40-60% dei pazienti va incontro a remissione totale o parziale. Diventa, quindi, un obiettivo primario identificare nuovi bersagli terapeutici da sfruttare per il trattamento di questa malattia”, spiega la dottoressa Maria Carla Bosco.
La dottoressa Maria Carla Bosco e il dottor Luigi Varesio, in collaborazione con il Dipartimento di Pediatria ad indirizzo Reumatologico del Gaslini, diretto dal professor Alberto Martini e il Dipartimento di Medicina e Oncologia Sperimentale del CERMS di Torino diretto dalla professoressa Mirella Giovarelli, hanno dimostrato che la ridotta concentrazione di ossigeno (ipossia) presente nelle articolazioni dei bambini affetti da artrite altera la risposta immunitaria delle cellule dendritiche (globuli bianchi che infiltrano l’articolazione durante il processo infiammatorio) e rappresenta un fattore essenziale per lo sviluppo e la progressione della malattia.
Di particolare rilevanza è stata la scoperta della presenza di una proteina (TREM-1) ad elevata attività pro-infiammatoria sulle cellule dendritiche in condizioni di carenza di ossigeno, sia in esperimenti in vitro che in vivo nelle articolazioni dei pazienti: è stato dimostrato come questa molecola amplifichi l’attività pro-infiammatoria di queste cellule giocando un ruolo critico nella cronicizzazione del processo infiammatorio e rappresenti quindi un potenziale bersaglio terapeutico per contrastare la progressione dell’artrite.


La ricerca è stata pubblicata dalla prestigiosa rivista Blood, la quale ha anche dedicato ad essa un approfondimento per sottolineare l’importanza della scoperta. Questi risultati sono stati ottenuti grazie alle moderna impostazione del laboratorio di Biologia Molecolare - promossa dal Direttore Scientifico del Gaslini, prof. Lorenzo Moretta - che ha sviluppato al suo interno sia la biologia molecolare classica che le tecnologie del futuro, tra le quali una nuova tecnologia di screening molecolare (la tecnologia del “microarray”) e un gruppo bioinformatico in grado di interpretare questi risultati.

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