Secondo lo studio, che ha esaminato 6.000 persone, anche l'attività fisica non organizzata, quella fatta fuori da programmi e “schede”, ma compiendo lavori domestici o in giardino, optando per piccole passeggiate o preferendo le scale all'ascensore, hai suoi effetti, soprattutto per quella parte della popolazione che non ha tempo o voglia per fare di più. I volontari hanno indossato accelerometri, dispositivi che misurano il movimento – sono disponibili anche nei più moderni smartphone – per misurare l'attività fisica giornaliera.
I risultati sono stati sorprendenti: circa metà dei partecipanti che svolgevano esercizi fisici di breve durata, anche pochi minuti al giorno, riusciva a raggiungere la soglia dei 30 minuti utile ad avere benefici su colesterolo, pressione alta, cuore, controllo del peso e sindrome metabolica. Tra coloro, invece, che si impegnavano in attività fisiche di maggiore durata, i risultati erano più modesti. Solo il 10% riusciva a raggiungere con costanza i 30 minuti giornalieri. Un paradosso che si spiega con una maggiore difficoltà a mantenere livelli di esercizio fisico omogenei più a lungo. Soprattutto tra persone non motivate. Ed invece una buona notizia in fatto di salute pubblica.
I ricercatori, infatti, sono convinti che incoraggiando le persone a compiere brevi, ma salutari esercizi si possano ottenere grandi risultati. Oltre a salire le scale a piedi, si può lasciare l’auto lontano dall'ufficio e fare l'ultimo tratto a piedi, lasciare il telefono in un'altra stanza costringendosi a fare un po' di movimento, approfittare degli spot in televisione per alzarsi dal divano oppure dopo cena uscire per buttare la spazzatura o accompagnare a spasso il cane. Anche le pulizie in garage o in giardino sono le attività contemplate nel set degli esercizi. "Molte persone sono convinte che se non riescono a fare attività fisica per almeno 30 minuti al giorno, allora tanto vale non farla del tutto - spiega Brad Cardinal, docente di fisica e scienza dello sport alla Oregon -, ma i nostri risultati sovvertono questa tesi e dimostrano come uno stile di vita attivo permetta di ottenere gli stessi, positivi riscontri di un approccio fisico più strutturato”.
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