lunedì 22 dicembre 2014

IL NEUROMA DI CIVININI MORTON



Il Neuroma di Morton e' una sofferenza che interessa il III nervo digitale comune; si tratta di un nervo sensitivo che innerva la cute della zona plantare, apicale ed interdigitale del III e IV dito.
E' abbastanza frequente, specialmente nelle donne di tutte le eta'; fu descritta per la prima volta nel 1876 da G. Morton come "una singolare affezione dolorosa della IV articolazione metatarso-falangea".

Come si manifesta?

Tale affezione si caratterizza per la sua tipica sintomatologia che rende agevole la sua diagnosi.Tipico e' il dolore spontaneo di tipo nevralgico localizzato il piu' delle volte a livello di III e IV metatarsale spesso con irradiazione al III e IV dito, alla caviglia e al polpaccio. Il dolore si attenua al togliersi la calzatura e massaggiando la zona interessata.
Spesso il dolore puo' presentarsi con maggiore intensita' fino a costringere la persona a fermarsi e a togliersi la calzatura, per questo motivo e' stata definita la "malattia delle vetrine".
Un altro segno clinico e' il dolore che viene esacerbato alla palpazione interdigitale ed il dolore notturno talora a carattere parossistico.

Quali indagini strumentali?

La diagnosi e' essenzialmente clinica, si basa sui dati anamnestici a cui seguono delle manovre come quella di Mudier che consiste nella "spremitura dei metatarsi" o il Lasegue che si effettua flettendo dorsalmente il III o IV dito.
L’esame radiografico non e' significativo,possono trovare indicazione l'ecografia musculo-scheletrica tenendo sempre in considerazione i suoi limiti e la RMN che rappresenta l’esame di elezione, soprattutto, a conferma della diagnosi e ad esclusione di altre patologie dell’avampiede.
La diagnosi differenziale e' agevole soprattutto in presenza di patologie strutturali come:
  • Esiti di osteocondrosi
  • Fratture da fatica
  • Osteoperiostiti
  • Tumore glomico.
Da tenere in considerazione la possibile concomitanza di alterazioni funzionali ed infiammatorie dell’avampiede.


Quale trattamento?

Nei casi in cui la sintomatologia duri da circa 6 mesi si puo' optare pre un trattamento di tipo incruento cioe' conservativo in quanto il nervo puo', tuttavia, essere interessato da processi infiammatori.
Il trattamento conservativo consiste nell’utilizzo di farmaci antiinfiammatori, neurotrofici, terapie fisiche, terapie infiltrative locali (cortisone); i plantari hanno scarsi benefici, tranne in casi di importanti variazioni del carico.
Ad insuccesso di tali terapie ed al persistere della sintomatologia dolorosa, trova indicazione il trattamento chirurgico che si basa sull’asportazione della zona interessata (neurectomia), che puo' essere effettuato per via dorsale o plantare; il paziente puo' deambulare dal giorno stesso dell'intervento con una scarpa post-operatoria che manterra' per tre settimane; in genere i disturbi spariscono nell’arco di 2-3 mesi.

Complicanze

Le complicanze sono veramente esigue, in genere quella piu' temibile e' la formazione di un neuroma di amputazione che consiste nel tentativo di ricrescita del nervo.
Esistono, in letteratura, alternative all’intervento classico che si possono così riassumere:
- Alcolizzazione del nervo con fenolo
- Trattamento con radio-frequenze.
Il trattamento chirurgico deve essere personalizzato al tipo di paziente e pianificato con il proprio chirurgo ortopedico di fiducia.

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