lunedì 22 dicembre 2014

L’EPICONDILITE NEL TENNISTA - Consigli dalla Fisioterapia


nadal injury
Il gomito è una complessa articolazione che connette la spalla alla mano. Essa è formata da due articolazioni: omero – ulnare ed omero – radiale.
Ad avvolgere questo complesso, è presente una capsula articolare rinforzata da vari legamenti e, a distanza, dalla membrana interossea dell’avambraccio.
La stabilizzazione dell’articolazione avviene a livello esterno dal LEGAMENTO COLLATERALE ESTERNO a dal MUSCOLO ANCONEO; internamente troviamo invece il LEGAMENTO COLLATERALE INTERNO robusto e formato a sua volta da tre fasci (trasverso, posteriore-obliquo ed anteriore-obliquo). I fasci anteriori/obliqui sono quelli che maggiormente contribuiscono alla stabilizzazione dell’articolazione in quanto rimangono in tensione durante tutto l’arco di movimento.
 GOMITO
Le patologie del gomito sono classificabili in ACUTE (rare come la frattura del capitello radiale o la sublussazione del gomito) e CRONICHE.
Le tendinopatie croniche del gomito sono causate da SOVRACCARICO FUNZIONALE legato alla biomeccanica del gesto sportivo e tra queste, le forme principali riscontrate risultano l’epicondilite e l’epitrocleite.

La patologia al gomito nei tennisti, non è riscontrabile solo negli atleti di alto livello (che sono sottoposti ad alti carichi di allenamento e in cui il numero di ripetizioni del gesto tecnico risultano elevate) ma anche nei giocatori “della domenica” o di categorie minori. Saranno proprio questi ultimi atleti che spesso utilizzano il tempo dedicato all’allenamento svolgendo unicamente esercitazioni “sul campo”, riducendo e spesso azzerando le ore dedicate all’aspetto preventivo e di rinforzo muscolare.

L’epicondilite, conosciuta come “gomito del tennista” per l’elevata frequenza con cui si manifesta in questi atleti, è caratterizzata da infiammazione  e degenerazione dei tendini dei muscoli epicondiloidei, a livello della loro origine omerale (il muscolo generalmente coinvolto è l’estensore radiale breve del carpo).

EPICONDILITE, cosa fare?

PREVENZIONE, sempre al primo posto: Dedicare del tempo agli aspetti preventivi risulta fondamentale. Basteranno piccoli accorgimenti per ridurre drasticamente le algie a livello dell’articolazione del gomito. Intervenire correggendo il gesto tecnico e soprattutto utilizzando per le sedute di allenamento, una racchetta adeguata.

CORREGGERE IL GESTO TECNICO:  Un rovescio “ritardato” eseguito scorrettamente, col gomito che anticipa il braccio e sollecita eccessivamente gli estensori, provoca uno squilibrio tra muscoli agonisti ed antagonisti. Ad avvalorare questa teoria vi è il fatto che l’insorgenza di problematiche al gomito, risultano ridotte negli atleti che effettuano il rovescio a due mani. Anche un cattivo centraggio della palla sulla racchetta ed un rovescio proposto a gomito e polso estesi, saranno dannosi. Correggendo il gesto tecnico il sovraccarico sulle strutture articolari risulterà ridotto.

AMMORTIZZAMENTO SCORRETTO DELLA PALLA DA PARTE DELLA RACCHETTA: se le corde sono troppo tese, la struttura della racchetta è troppo rigida o il peso dell’attrezzo è troppo elevato, aumenteremo il rischio di contrarre patologie tendinee. Utilizzare un attrezzo adeguato alla conformazione corporea dell’atleta è fondamentale.

SQUILIBRIO TRA LA GRANDEZZA DEL MANICO E LE DIMENSIONI DELLA MANO: qualora il rapporto fosse scorretto, andremo a favorire l’insorgere di patologie al gomito. Dedichiamo del tempo a scegliere l’attrezzo adeguato.

2) BERE TANTO: l’idratazione prima, durante e dopo l’attività sportiva è fondamentale.

3) PRIMA DI INIZIARE L’ATTIVITA’ SPORTIVA, riscaldarsi!! Diamo la corretta importanza al riscaldamento, sempre.

4) CAMPO E.. PALESTRA: non pensare solo all’attività “sul campo” ma anche a quella di preparazione fisica: una muscolatura corretta sviluppata attraverso esercizi specifici (di rinforzo e in eccentrica) permetteranno di ottenere risultati migliori, di prevenire squilibri muscolari e di ridurre il dolore al gomito e al resto del corpo.

5) GHIACCIO e STRETCHING DOPO ALLENAMENTO: Sempre.. 10 minuti di ghiaccio ed esercizi di stretching per gli arti inferiori e superiori permetteranno un recupero migliore.
Lo stretching per la muscolatura del gomito dovrà agire essere effettuata 4 volte al giorno, mantenendo la posizione di allungamento per almeno 30 secondi e dovrà agire sia sui muscoli flessori (per l’epicondilite mediale) che sugli estensori (epicondilite laterale).

6) EVITARE LA PRESA DEGLI OGGETTI PESANTI IN POSIZIONE DI PRONAZIONE :  andremo in questo modo a ridurre il sovraccarico. Meglio sollevare i carichi in posizione di supunazione, magari utilizzando entrambi gli arti superiori.

7) INTERVENTO TEMPESTIVO: mai sottovalutare i sintomi! Ai primi segnali di dolore a livello dell’ epicondilo deve immediatamente corrispondere una terapia, in modo da non trascurare l’evento e soprattutto da non trascinare dolori che poi potrebbero portare a stop dell’attività agonistica, portando anche all’intervento chirurgico

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