LE CAUSE
Il 20% viene identificato in cause specifiche, quali vertebrali o viscerali:
- singolarità congenite ed acquisite della colonna
- infiammazioni acute e degenerative
- traumi, fratture vertebrali, discopatie, neoplasie, malattie connettivali
- gravidanza
l’ 80% è rappresentato da cause non specifiche:
- vita sedentaria, forma fisica scadente, allenamento fisico errato
- sovrappeso
- stress
- depressione
- lavoro sedentario
LA DIAGNOSI
- anamnesi storica del paziente
- semeiotica obiettiva generale
- indagini strumentali: radiografia, TAC, RMN, E.M.G., M.O.C. scintigrafia ossea
- esami ematochimici
Anamnesi:
- modalità di insorgenza del dolore
- peculiarità, severità, intensità, cadenza e durata del dolore.
- localizzazione ed irradiazione del dolore
- concomitanza con altri sintomi
- partecipazione di malattie connettivali, metaboliche, cardio¬vascolari, neurologiche e gastro-intestinali
- presenza di disturbi depressivi: ansia, stress psicologico, problemi familiari, economico-sociali, lavorativi, ecc.
Esame clinico osteopatico:
- ispezione
- palpazione della regione anatomica sofferente
- atteggiamenti antalgici
- mobilità articolare passiva ed attiva del rachide e degli arti
- trofismo, tonicità, resistenza, e forza muscolare
- sensibilità superficiale e profonda
- equilibrio statico e dinamico
- valutazione posturale globale.
FATTORI DI RISCHIO DELLA LOMBALGIA
Principali:
- ridotta capacità articolare della colonna e delle anche
- ridotta forza dei muscoli del tronco
- ridotta coordinazione motoria
- ridotta elasticità degli ischio¬crurali e dei paravertebrali
- ridotta resistenza degli estensori della colonna
- ridotta, o inesistente, attività fisica intensa (< di 3 ore settimanali).
Complementari:
- lavoro sedentario o fisicamente impegnativo
- stress posturali
- obesità
- fumo
DECORSO FISIOLOGICO, E STATISTICHE DELLA LOMBALGIA
Nel 85%, circa, dei casi la ripresa avviene pressappoco in 3 mesi; il 50% di questi pazienti tendono, potenzialmente, ad una recidiva. Il 10%-15% dei casi diverranno cronici con invalidità variabile.
Nel 85%, circa, dei casi la ripresa avviene pressappoco in 3 mesi; il 50% di questi pazienti tendono, potenzialmente, ad una recidiva. Il 10%-15% dei casi diverranno cronici con invalidità variabile.
GLI OBIETTIVI DELLA RIABILITAZIONE NELLA LOMBALGIA:
- trattare il dolore con mezzi che evitino l’allettamento e la farmacodipendenza
- ottimizzare la funzionalità vertebrale e recuperare la postura.
- istruire ad una corretta ergonomia vertebrale
- educare il paziente all’autogestione delle manifestazioni a carattere cronico
a) Trattamento della Lombalgia Acuta
- terapia manuale decontratturante localizzata, le cui controindicazioni si esauriscono in: ematomi, strappi muscolari, arteriopatie, marcata osteoporosi, dermatiti. In questi casi tale terapia risulta inapplicabile
- educazione posturale indotta, antalgiche e in scarico vertebrale
- Manipolazioni, e mobilizzazioni terapeutiche inapplicabili, però, in presenza di: osteoporosi, fratture, tumori, sindromi vertiginose, patologie vascolari, marcata osteofitosi, ernia del disco espulsa o migrante, spondilolisi/spondilolistesi, gravidanza
- Esercizi antalgici di mantenimento. Prendendo in considerazione il tipo di patologia e l’età del paziente si può valutare l’ausilio di vari metodi rieducativi come (punti da 1 a 8):
- La Back School: fornisce informazioni utili per il paziente, per un corretto utilizzo della sua colonna, infonde l’autostima e la fiducia in se stessi, insegnando l’autogestione del proprio problema
- McKenzie: usa il concetto di centralizzazione del sintomo, considerando un miglioramento la localizzazione lombare del dolore ed un peggioramento l’irradiarsi a distanza nel gluteo e nell’arto inferiore.
- Meziéres: usa esercizi di allungamento praticati mantenendo una postura più corretta possibile, in particolare in statica, sensibilizzando il paziente a percepire profondamente il suo corpo.
- Souchard o Rieducazione Posturale Globale, derivato dal metodo Meziéres e basato sul trattamento delle catene cinetiche.
- Rieducazione Propriocettiva: infonde un migliore controllo posturale tramite un potenziamento massimale delle afferenze propriocettive, attraverso esperienze personali ed individuali del paziente.
- Riprogrammazione Senso-Motoria: ripristina un corretto atto motorio, mediante una sua elaborazione cognitiva e percettiva ed una conseguente normalizzazione degli automatismi statici e dinamici.
- Stabilizzazione della Colonna Lombare: si basa sul concetto del mantenimento della colonna lombare in posizione indolore il più al lungo possibile durante qualsiasi attività della vita quotidiana. Si svolge all’interno delle Back School.
- Work Hardening: un programma sistematico di attività progressive, correlate al lavoro realizzato con meccanismi corporei perfetti, che ricondiziona i sistemi muscolo-scheletrico, cardio-respiratorio e psicomotorio della persona per prepararla al ritorno al lavoro.
Tendenzialmente, questa attività deve, però, rispettare taluni parametri: rispettare la soglia del dolore, rilassare ed allungare, espimersi (almeno inizialmente) con esercizi di tipo isometrico, deve essere eseguita (sulle prime) in scarico vertebrale, e stabilizzazione lombosacrale con mobilizzazioni dolci e progressive
b) Trattamento della Lombalgia Sub-acuta:
Rappresenta il momento di transizione dalla fase acuta:
- in caso di miglioramento, sovrapponibile alle modalità impiegate nella lombalgia cronica
- in caso di peggioramento, verso ulteriori indagini e diverse soluzioni terapeutiche, eventualmente, e purtroppo, chirurgiche.
c) Trattamento della Lombalgia Cronica
Rappresenta la fase Cinesiterapica – Rieducativa ed ha i seguenti obiettivi:
- Insegnare una corretta gestione della colonna.
- Ottenere un buon allenamento funzionale per svolgere le attività quotidiane
- Mantenere una buona condizione fisica generale atta a prevenire le recidive
- Sensibilizzare il paziente verso l’autogestione del propria condizione. Questo avviene automaticamente con la “presa di coscienza” da parte del paziente della sua condizione psicofisica e posturale e delle sue abitudini di vita, attuando dei cambiamenti in senso utile al suo problema, in base agli consigli ricevuti dal medico e dal terapista.
- Ridurre l’importanza dei fattori di rischio soggettivi
Per ottenere un buon allenamento funzionale si deve:
- Svolgere costantemente gli esercizi assegnati, anche a domicilio, seguendo il protocollo prestabilito dalla prescrizione medica.
- Correggere le posture errate nel lavoro e nell’ambiente domestico
- Adottare quando possibile posizioni di scarico vertebrale
CONCLUSIONI
È necessaria sempre una stretta collaborazione tra medico, terapista, e paziente per ottenere un buon risultato terapeutico
È necessaria sempre una stretta collaborazione tra medico, terapista, e paziente per ottenere un buon risultato terapeutico
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