lunedì 22 dicembre 2014

Semeiotica e trattamento della lombalgia

LE CAUSE


Il 20% viene identificato in cause specifiche, quali vertebrali o viscerali:
  • singolarità congenite ed acquisite della colonna
  • infiammazioni acute e degenerative
  • traumi, fratture vertebrali, discopatie, neoplasie, malattie connettivali
  • gravidanza
l’ 80% è rappresentato da cause non specifiche:
  • vita sedentaria, forma fisica scadente, allenamento fisico errato
  • sovrappeso
  • stress
  • depressione
  • lavoro sedentario
LA DIAGNOSI
  1. anamnesi storica del paziente
  2. semeiotica obiettiva generale
  3. indagini strumentali: radiografia, TAC, RMN, E.M.G., M.O.C. scintigrafia ossea
  4. esami ematochimici
Anamnesi:
  1. modalità di insorgenza del dolore
  2. peculiarità, severità, intensità, cadenza e durata del dolore.
  3. localizzazione ed irradiazione del dolore
  4. concomitanza con altri sintomi
  5. partecipazione di malattie connettivali, metaboliche, cardio¬vascolari, neurologiche e gastro-intestinali
  6. presenza di disturbi depressivi: ansia, stress psicologico, problemi familiari, economico-sociali, lavorativi, ecc.
Esame clinico osteopatico:
  1. ispezione
  2. palpazione della regione anatomica sofferente
  3. atteggiamenti antalgici
  4. mobilità articolare passiva ed attiva del rachide e degli arti
  5. trofismo, tonicità, resistenza, e forza muscolare
  6. sensibilità superficiale e profonda
  7. equilibrio statico e dinamico
  8. valutazione posturale globale.


FATTORI DI RISCHIO DELLA LOMBALGIA
Principali:
  • ridotta capacità articolare della colonna e delle anche
  • ridotta forza dei muscoli del tronco
  • ridotta coordinazione motoria
  • ridotta elasticità degli ischio¬crurali e dei paravertebrali
  • ridotta resistenza degli estensori della colonna
  • ridotta, o inesistente, attività fisica intensa (< di 3 ore settimanali).
Complementari:
  • lavoro sedentario o fisicamente impegnativo
  • stress posturali
  • obesità
  • fumo


DECORSO FISIOLOGICO, E STATISTICHE DELLA LOMBALGIA
Nel 85%, circa, dei casi la ripresa avviene pressappoco in 3 mesi; il 50% di questi pazienti tendono, potenzialmente, ad una recidiva. Il 10%-15% dei casi diverranno cronici con invalidità variabile.



GLI OBIETTIVI DELLA RIABILITAZIONE NELLA LOMBALGIA:
  1. trattare il dolore con mezzi che evitino l’allettamento e la farmacodipendenza
  2. ottimizzare la funzionalità vertebrale e recuperare la postura.
  3. istruire ad una corretta ergonomia vertebrale
  4. educare il paziente all’autogestione delle manifestazioni a carattere cronico
a) Trattamento della Lombalgia Acuta
  • terapia manuale decontratturante localizzata, le cui controindicazioni si esauriscono in: ematomi, strappi muscolari, arteriopatie, marcata osteoporosi, dermatiti. In questi casi tale terapia risulta inapplicabile
  • educazione posturale indotta, antalgiche e in scarico vertebrale
  • Manipolazioni, e mobilizzazioni terapeutiche inapplicabili, però, in presenza di: osteoporosi, fratture, tumori, sindromi vertiginose, patologie vascolari, marcata osteofitosi, ernia del disco espulsa o migrante, spondilolisi/spondilolistesi, gravidanza
  • Esercizi antalgici di mantenimento. Prendendo in considerazione il tipo di patologia e l’età del paziente si può valutare l’ausilio di vari metodi rieducativi come (punti da 1 a 8):
  1. La Back School: fornisce informazioni utili per il paziente, per un corretto utilizzo della sua colonna, infonde l’autostima e la fiducia in se stessi, insegnando l’autogestione del proprio problema
  2. McKenzie: usa il concetto di centralizzazione del sintomo, considerando un miglioramento la localizzazione lombare del dolore ed un peggioramento l’irradiarsi a distanza nel gluteo e nell’arto inferiore.
  3. Meziéres: usa esercizi di allungamento praticati mantenendo una postura più corretta possibile, in particolare in statica, sensibilizzando il paziente a percepire profondamente il suo corpo.
  4. Souchard o Rieducazione Posturale Globale, derivato dal metodo Meziéres e basato sul trattamento delle catene cinetiche.
  5. Rieducazione Propriocettiva: infonde un migliore controllo posturale tramite un potenziamento massimale delle afferenze propriocettive, attraverso esperienze personali ed individuali del paziente.
  6. Riprogrammazione Senso-Motoria: ripristina un corretto atto motorio, mediante una sua elaborazione cognitiva e percettiva ed una conseguente normalizzazione degli automatismi statici e dinamici.
  7. Stabilizzazione della Colonna Lombare: si basa sul concetto del mantenimento della colonna lombare in posizione indolore il più al lungo possibile durante qualsiasi attività della vita quotidiana. Si svolge all’interno delle Back School.
  8. Work Hardening: un programma sistematico di attività progressive, correlate al lavoro realizzato con meccanismi corporei perfetti, che ricondiziona i sistemi muscolo-scheletrico, cardio-respiratorio e psicomotorio della persona per prepararla al ritorno al lavoro.
Tendenzialmente, questa attività deve, però, rispettare taluni parametri: rispettare la soglia del dolore, rilassare ed allungare, espimersi (almeno inizialmente) con esercizi di tipo isometrico, deve essere eseguita (sulle prime) in scarico vertebrale, e stabilizzazione lombosacrale con mobilizzazioni dolci e progressive


b) Trattamento della Lombalgia Sub-acuta:
Rappresenta il momento di transizione dalla fase acuta:
  1. in caso di miglioramento, sovrapponibile alle modalità impiegate nella lombalgia cronica
  2. in caso di peggioramento, verso ulteriori indagini e diverse soluzioni terapeutiche, eventualmente, e purtroppo, chirurgiche.

c) Trattamento della Lombalgia Cronica
Rappresenta la fase Cinesiterapica – Rieducativa ed ha i seguenti obiettivi:
  • Insegnare una corretta gestione della colonna.
  • Ottenere un buon allenamento funzionale per svolgere le attività quotidiane
  • Mantenere una buona condizione fisica generale atta a prevenire le recidive
  • Sensibilizzare il paziente verso l’autogestione del propria condizione. Questo avviene automaticamente con la “presa di coscienza” da parte del paziente della sua condizione psicofisica e posturale e delle sue abitudini di vita, attuando dei cambiamenti in senso utile al suo problema, in base agli consigli ricevuti dal medico e dal terapista.
  • Ridurre l’importanza dei fattori di rischio soggettivi
Per ottenere un buon allenamento funzionale si deve:
  • Svolgere costantemente gli esercizi assegnati, anche a domicilio, seguendo il protocollo prestabilito dalla prescrizione medica.
  • Correggere le posture errate nel lavoro e nell’ambiente domestico
  • Adottare quando possibile posizioni di scarico vertebrale
CONCLUSIONI
È necessaria sempre una stretta collaborazione tra medico, terapista, e paziente per ottenere un buon risultato terapeutico

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