Neuroregolazione
Le modalità diagnostiche
Ora vediamo nello specifico le straordinarie prerogative di questa metodica.
La differenza tra un approccio tradizionale (ipotetico-deduttivo) e l’approccio del neuroregolatorista si riscontra essenzialmente nella fase iniziale. In neuroregolazione vengono attuate due modalità diagnostiche: una modalità cosiddetta “soggettiva” ed una modalità “oggettiva”.
Cosa le caratterizza:
– nella modalità soggettiva si raccolgono informazioni relative a “qual è” la zona in disfunzione;
– nella modalità oggettiva si raccolgono dati riguardo “l’entità” della disfunzione, ovvero “quanto” è in disfunzione un determinato punto, e “da quando” è in disfunzione (intendendo con questo l’identificazione di quelle componenti che contraddistinguono i quadri acuti rendendoli diversi sostanzialmente dai quadri stabilizzati, nei quali la componente disfunzionale a genesi chimica risulta sfumata ma si sono già strutturate le alterazioni funzionali attraverso una vera e propria trasformazione delle strutture).
– nella modalità soggettiva si raccolgono informazioni relative a “qual è” la zona in disfunzione;
– nella modalità oggettiva si raccolgono dati riguardo “l’entità” della disfunzione, ovvero “quanto” è in disfunzione un determinato punto, e “da quando” è in disfunzione (intendendo con questo l’identificazione di quelle componenti che contraddistinguono i quadri acuti rendendoli diversi sostanzialmente dai quadri stabilizzati, nei quali la componente disfunzionale a genesi chimica risulta sfumata ma si sono già strutturate le alterazioni funzionali attraverso una vera e propria trasformazione delle strutture).
...continua...
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