sabato 20 dicembre 2014

Trattamento del Torcicollo Miogeno - Filippo Zanella

PILLOLE FORMATIVE:
TRATTAMENTO DEL TORCICOLLO MIOGENO ACUTO

di FILIPPO ZANELLA

Il Torcicollo miogeno è una sindrome dolorosa che colpisce il rachide cervicale e presenta una simultaneità di fattori patologici abbastanza tipica: un forte dolore e una significativa limitazione nel movimento del distretto.
Il dolore al collo, solitamente lateralizzato, può essere presente a riposo oppure assente, ma tende SEMPRE ad acuirsi in modo significativo (o a comparire) nel momento in cui si effettua il movimento.
Il piano motorio più limitato è generalmente quello orizzontale, con una forte limitazione in una delle direzioni di rotazione.
Nei casi di torcicollo acuto, o blocco cervicale acuto, il paziente può essere anche impossibilitato ad oltrepassare la linea mediana con il capo, rendendo questa situazione di fatto molto simile a un blocco acuto del rachide lombare.
A differenza del blocco lombare però, il torcicollo miogeno non insorge a seguito di trauma o sforzo di carico eccessivo, ma compare più frequentemente alla mattina al risveglio. Forti escursioni termiche (il classico "colpo d'aria") o carichi tensivi eccessivi, specie in individui sottoposti a stili di vita stressanti, possono essere un fattore predisponente.
Un modo efficace per trattare il torcicollo miogeno acuto può essere dato da una combinazione di manovre di Rebuild Miofasciale (Pompage) e di lavoro di Restrain sulle aree di Thickening che si sono formate a livello della fascia del collo. La presenza di tali aree, pur non generando in modo deterministico il torcicollo, comunque genera uno squilibrio tensionale dell'area, predisponendo di fatto a una maggiore probabilità di incidenza della sindrome.
Fig. 1) L'approccio iniziale consigliato a questo tipo di problematica è solitamente quella di procedere con una mobilizzazione fasciale cauta dell'area, con tecniche di Pompage Globale del Rachide. Il terapista afferra il capo del paziente a livello occipitale e, con una pressione di circa 2-3 Kg, mette in tensione la zona, "avvicinando" a sè il capo del paziente. Il terapista mette in tensione per circa 10-15 secondi, prestando attenzione a percepire un movimento di "allungamento" del rachide cervicale, mantiene la tensione altri 10-15 secondi nel momento in cui si percepisce di essere appena sotto al limite fisiologico di allungamento fasciale e poi effettua una ritorno lento alla posizione di partenza di altri 10-15 secondi. Si effettuano 15 cicli di questa manovra.
Fig. 2, 3, 4, 5) Se la condizione clinica lo permette, il terapista può trattare attraverso manovre di Restrain Miofasciale le aree di Thickening più frequentemente attive in questo caso, corrispondenti ai gruppi muscolari rotatori. Effettuando una pressione di circa 1-2 Kg con la nocca o col dito, il terapista friziona le aree indicate in figura con un movimento di 2-3 cm di ampiezza, a una frequenza di 3-4 cicli al secondo. Le aree su cui si lavora sono quelle in cui si percepisce una "fibrosità" sottocutanea a livello della fascia profonda e il paziente avverte un dolore acuto (VAS >7), frequentemente irradiato. Solitamente il trattamento viene fatto in modo bilaterale opposto, si tratta cioè una Thicken Area posteriore assieme alla sua corrispondente anteriore controlaterale.
Le aree ad alta frequenza di Thicken in questo caso sono:
a) quella presente prossimalmente ll'inserzione claveare dello SCOM;
b) quella immediatamente a lato dei paravertebrali cervicali.
Fig. 6) Al termine della manovra di Restrain, si procede a un recupero della mobilità del collo. Si effettua pertanto un Rebuild Miofasciale attraverso un Pompage Cervicale in Rotazione, mobilizzando il capo nella direzione opposta a quella di blocco. Il movimento viene fatto in modo cauto, senza forzare e senza scatenare dolore (l'aumento di VAS consentito è solo di 1 punto). La manovra deve essere effettuata sempre tenendo il rachide in parziale trazione.
Buon lavoro! 
Filippo
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